Gabriele Gravina è il nuovo presidente della Federcalcio. Un risultato che conferma le previsioni della vigilia, anche perché l'ex numero uno della Lega era l'unico candidato in lizza.
L'elezione è avvenuta con il 97,2% dei voti (472,15 su 485,77). Le schede bianche sono state 13,62, pari al 2,8%. Gravina, classe 1953, succede al commissario Roberto Fabbricini, subentrato a Carlo Tavecchio, dimessosi dopo l'eliminazione choc della nazionale azzurra alle qualificazioni dei Mondiali di Russia.
“Ora è il momento di lavorare, il calcio italiano non può più aspettare” ha commentato Gravina subito dopo l'elezione. “Dobbiamo cambiare direzione – ha aggiunto facendo sì che ci sia la massima professionalità dei nostri calciatori, dei nostri allenatori”. Il neo presidente ha ottenuto, tra gli altri, l'appoggio della Lega dilettanti di Cosimo Sibilia, dell'Associazione arbitri italiani di Marcello Nicchi e dell'associazione italiana calciatori presieduta da Damiano Tommasi.
Nel suo discorso programmatico, Gravina ha spiegato qual è il calcio che vorrebbe: “E' quello dei giovani, ma anche quello femminile. Vorrei anche un calcio sostenibile, delle famiglie, capace di fare impresa e un calcio con impianti moderni e funzionanti“. Il neo presidente ha sottolineato che “abbiamo bisogno di un rilancio basato sull'ascolto di tutte le componenti, ma anche con un'apertura verso il nuovo”, e ha invitato a lavorare per il rinnovamento: “E' il momento di avere il coraggio di gettare il cuore oltre l'ostacolo. In un progetto di riforme di sistema le uniche porte che saremo felici di sbattere in faccia saranno quelle ad avventurieri e speculatori che tanto prendono e nulla lasciano al nostro calcio se non ferite nel cuore di intere realtà sportive”.
Infine un appello all'unità: “Oggi dobbiamo fare squadra, tra noi e con le istituzioni, cioè, con il Coni e il governo”. Si tratta, ha sottolineato, si una partuta “da giocare tutti insieme. Un percorso contro il tempo, ma se ci sarà la buona volontà e una condivisione il tempo giocherà a nostro favore. Affronteremo il tema delle risorse con il Coni rivendicando il nostro ruolo, cioè quello di una grande federazione“. Poi le priorità del suo mandato: “Sarà quella di avere il più importante organo della Federazione, cioè il Consiglio federale. Poi bisognerà mettere mano alle licenze per non avere più zone grigie sulle iscrizioni ai campionati e al codice di giustizia sportiva per la certezza delle regole“.
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