Un Real meno… Real senza Ronaldo? Troppo facile. L'Atletico Madrid ha vinto meritatamente la sua terza Supercoppa Uefa, dimostrando di essere un'ottima squadra (per l'ennesima volta) e di essere un vero e proprio cecchino nella sfida fra regine d'Europa: dopo le vittorie del 2010 e del 2012, infatti, i Colchoneros firmano il terzo successo su tre finali disputate della Supercoppa mettendo in riga i cugini del Real Madrid per 4-2 (dopo i tempi supplementari). Un trionfo che la dice lunga sul valore dei madrileni, capaci di mettere in riga Inter (0-2), Chelsea (1-4) e ora i Blancos, interrompendo il dominio della Casa blanca nell'Albo d'oro della Supercoppa e firmando un tris che profuma di storia.
Una partita pazza quella dell'A. Le Coq Arena di Tallinn, con l'Atletico capace di andare subito avanti con Diego Costa per poi farsi superare dalle reti di Benzema e Sergio Ramos (su rigore), prima di agganciare il pari con una rete dello stesso centravanti. I gol di Saul e Koke, arrivati nei supplementari, portano i Colchoneros a un successo importante che, a ogni modo, è solo una piccola rivincita rispetto alle due finali di Champions andate di traverso proprio contro il Real. In attesa che si presenti una possibilità di rivincita, però, in tre mesi l'Atletico mette in bacheca la terza Europa League e la terza Supercoppa (stavolta senza Simeone, squalificato), segno che il mal di finale si palesa solo quando in palio c'è la massima competizione continentale.
Per restare al match di Tallinn, la sfida di Supercoppa europea ha evidenziato come, a solo poche ore dal debutto della Liga, il Real debba ancora assimilare la doppia batosta degli addi di Zidane e Ronaldo, e come anche i Colchoneros non siano ancora ai livelli della scorsa stagione, quando subire due gol sarebbe stato un insuccesso clamoroso per una difesa come quella di Simeone. Di positivo c'è che l'Atletico ha segnato più del solito, palesando qualche limite di troppo (perlomeno restando alla singola partita) in difesa per il nuovo Real di Lopetegui. Vero, siamo ancora ad agosto e di tempo di mettere a posto le cose ce n'è. Ma l'era post-Ronaldo (e post-Zidane) sarà forse, per le Merengues, la sfida più difficile degli ultimi anni.
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