Sant’Euplo è un diacono; trasgredisce l’editto di Diocleziano del 303, che ordina la consegna dei libri sacri. Un attendibile documento storico descrive il suo martirio. È egli stesso a costringere il governatore Calviniano a processarlo, quando, nei pressi del tribunale, dice ad alta voce: “lo sono un cristiano e desidero morire per amore di Cristo”. Portato davanti al governatore Calviniano, questi gli ordina di leggere un brano del libro che ha con sé. Euplo legge: “Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli” (Mt 5,10).
Il governatore lo fa torturare ed Euplo, nonostante le grandi sofferenze subite, continua a professare la sua fede in Cristo. Essendo vani tutti i tentativi di farlo abiurare, viene condannato alla decapitazione. Gli viene legato al collo il Vangelo che portava con sé al momento dell’arresto. Si reca sul luogo del martirio con passo veloce, come se si stesse dirigendo all’incoronazione: ringrazia costantemente il Signore e, una volta arrivato, prega lungamente. Le sue ultime parole sono: “Vi ringrazio, o Signore. Confermate in me quanto avete operato”. Piega la testa al boia che procede alla decapitazione. Alcuni cristiani prendono il corpo e, dopo averlo imbalsamato, lo seppelliscono.
Tratto dal testo “I Santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi
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