Beata Maddalena Panattieri, Terziaria domenicana Trino (Vercelli), 1443- Trino, 13/10/1503 Nasce e vive per tutta la vita a Trino; entra nel convento domenicano, aperto da poco tempo, e prende a modello santa Caterina da Siena.
Quando un uomo, irritato dalle sue parole, la schiaffeggia, Maddalena si inginocchia davanti a lui e lo prega di colpirla ancora per amore di Cristo.
Contempla, con intenso amore, la passione di Cristo, partecipando nello spirito e nel corpo alle sue sofferenze. Grande generosità verso gli altri, soprattutto verso i fanciulli, nei quali vede il futuro del mondo. Ha il carisma della predicazione, che svolge in una piccola cappella: non disdegnano di ascoltarla sacerdoti e religiosi; il maestro dei novizi domenicani vi porta i suoi giovani allievi e il priore generale va ad ascoltarla. L’argomento che tratta abitualmente, oltre alla riforma dei costumi, è l’usura, molto diffusa in quei tempi. Prevede, come il Savonarola, tempi duri e calamità per l’Italia.
Predice con esattezza la data della sua morte. Prega che Trino venga risparmiata dalle calamità. Poco prima di addormentarsi nella pace del Signore, si mette a cantare l’inno Jesu nostra redemptio e Ave Maris Stella. É beatificata nel 1827. Il suo corpo è venerato a Trino, nella chiesa di San Domenico.
Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi
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