Da malattia “invisibile” a malattia sociale. A riconoscerla così è stato il Senato che ha approvato in via definitiva il disegno di legge su questa patologia. Il provvedimento è diventato legge con 265 voti a favore, 2 contrari e nessuna astensione.
Il primo firmatario di questa proposta è la deputata della Lega Arianna Lazzarini che ha espresso “grande soddisfazione e un pizzico di orgoglio per questa battaglia intrapresa nel 2001 da consigliere della Regione Veneto e ora vinta in Parlamento”. Con questo provvedimento la cefalea viene riconosciuta malattia sociale se si presenta con:
Per il direttore del Centro Regionale del Lazio per le Cefalee dell’Università Sapienza presso l’Ospedale Sant’Andrea di Roma, il professore Paolo Martelletti, quella che riconosce la cefalea primaria cronica come malattia sociale “è una legge straordinaria, ma deve avere una traslazione sul paziente: non deve essere solo un doveroso seppur tardivo riconoscimento, ma la pietra angolare di un’assistenza cucita sulle esigenze del paziente stesso”. Cultiralmente – osserva Martelletti come riportato dall’Ansa – è un passaggio importante ora bisogna passare alla parte pratica: con tutele sanitarie dedicate e ‘cucite’ sui pazienti”. Inoltre, il prof. Martelletti ha sottolineato l’importanza di aumentare i centri diagnostici, troppo pochi rispetto all’alto numero di pazienti. “E’ necessario lavorare sull’importanza della prevenzione ed evitare gli errori diagnostici e i ritardi, che portano a un ricorso alle cure quando la patologia è ormai cronicizzata, anche se con le nuove cure si può agire ugualmente”.
Come spiega il sito cefaly.com, la cefalea cronica è quel mal di testa persistente e quasi quotidiano che affligge da molto tempo. Il dolore che causa, può essere percepito come un peso, un cerchio o una pressione. Questo tipo di cefalea, in molti casi, si accompagna, ad un eccessivo consumo di farmaci, responsabile di un aumento di mal di testa, creando così un circolo vizioso.
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