Se fino a marzo cappuccino e cornetto erano la colazione preferita dagli italiani ora non è più così. Uno studio sui consumatori e sulle imprese industriali e commerciali del largo consumo realizzato da Rem Lab – il Centro di ricerche su Retailing e Trade marketing dell’Università Cattolica – in collaborazione con Iri, ha messo in evidenza come in otto mesi di pandemia, molte delle abitudini degli italiani siano radicalmente cambiate e difficilmente si tornerà indietro.
Il 27,7% degli italiani ha cambiato il negozio alimentare dove si recava prima della pandemia e solo la metà tornerà alle vecchie abitudini. Il 22% degli intervistati consuma la prima colazione in casa e ben il 17% è intenzionato a proseguire così. Quasi il 50% ha cominciato a cucinare in casa anche pizze e dolci e il 43% di essi continuerà a farlo. E il latte a lunga conservazione ha registrato un incremento dei volumi di 84,6 milioni di litri tra gennaio e ottobre 2020 mente il fresco è sceso di 23,8 milioni di litri.
“Il 2020 caratterizzato da incertezza e preoccupazione, ha avuto inevitabili ripercussioni sui nostri comportamenti sia come acquirenti che come consumatori – ha spiegato Tiziana Meriggi, Demand&Production Planning Manager, Parmalat spa – . Comportamenti inizialmente accelerati dalla necessità ma che potrebbero evolversi in nuove abitudini”.
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