Prendere in carico significa letteralmente “farsi carico dei problemi dell’altro”. Ma chi deve prendersi carico della persona con disabilità?
Utopia, direte voi! Poi mi chiama una famiglia e mi dice che un’operatrice che occupava il loro figlio autistico grave per tre pomeriggi alla settimana, è andata in maternità e non si trova un altro educatore per seguire questo ragazzone di 19 anni, che senza una guida adeguata, passa le giornate sul divano e non progredisce nei suoi percorsi di autonomia, anzi rallenta sempre più. Un po’ di scoraggiamento ti viene. È possibile che debbano essere sempre le famiglie a bussare, a chiedere, a spiegare cose note e stranote alle istituzioni? È notizia abbastanza recente che la misura B1 (aiuto economico alle famiglie con disabili gravissimi) viene decurtata e sostituita dai servizi. Bellissima idea, peccato che i servizi non ci sono, ma proprio non esistono e tanto meno gli operatori che servirebbero. E così il nostro ragazzone vaga con mamma e papà per mano senza una meta, senza un futuro. Mah….
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