Opinione

Gli strumenti per garantire il diritto allo studio degli alunni con disabilità

Da oltre quattro decenni l’inserimento scolastico delle persone con disabilità è stato introdotto nell’ordinamento giuridico e scolastico italiano e, in questo percorso, la legge 517/1977 ha rappresentato una tappa molto importante per l’Italia.  In particolare, si possono suddividere in questo modo le fasi storiche che hanno caratterizzato nel tempo questo percorso: una prima fase dell’esclusione sociale a cui hanno fatto seguito la fase della medicalizzazione, quella dell’inserimento, dell’integrazione e infine, giungendo alla contemporaneità, quella dell’inclusione.

La fase dell’inclusione ha inizio nel 2007 con l’approvazione della Convenzione Onu per i diritti delle persone con disabilità che, fra i suoi principi, ha enunciato il seguente: “Gli Stati Parti devono promuovere, proteggere e garantire il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità, e promuovere il rispetto per la loro intrinseca dignità” e, oltre a ciò, in ambito educativo “gli Stati Parti garantiscono un sistema di istruzione inclusivo a tutti i livelli ed un apprendimento continuo lungo tutto l’arco della vita”. In altre parole, si va verso un mutamento del paradigma del diritto allo studio delle persone con disabilità basato sull’I.C.F., ossia la Classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute, che ha rappresentato e rappresenta uno strumento fondamentale per rendere fattiva l’inclusione educativa insieme al P.O.F, ovvero il Piano dell’Offerta Formativa che, nella quotidianità, deve prevedere le risposte necessarie per i bisogni degli alunni. Inoltre, un ulteriore strumento per garantire il diritto allo studio degli alunni con disabilità è rappresentato dal P.E.I., il Piano Educativo Individualizzato che, per realizzare il cosiddetto “diritto all’educazione” previsto dalla legge quadro 104/92, prevede la descrizione degli interventi necessari per il raggiungimento di questo obiettivo.

Alla luce di quanto detto, è necessario che, le istituzioni, il mondo del Terzo Settore e del volontariato, operino sempre in assoluta sinergia e comunione d’intenti per favorire ed elevare sempre di più il diritto allo studio di tutti e, un particolare delle persone con disabilità, che costituisce una delle manifestazioni più elevate e autentiche del significato della parola inclusione.

Alda Cattelini

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