Quest’anno senza le solite polemiche sul presepe nelle scuole e le recite natalizie “troppo cristiane”, il ricordo del Natale con gli studenti è ancor più una bella occasione di riflessione, di gioia, di condivisione. Ciò dà spazio e serenità all’ottimo lavoro che nella maggior parte degli istituti si fa per rendere questo tempo speciale. Non manca la fatica degli insegnanti, spesa bene quando il coinvolgimento supera le barriere e costruisce i ponti tra culture, etnie e religioni diverse. Tutto questo non dismettendo le proprie tradizioni o alterando l’unico vero messaggio del Natale, quello cristiano, bensì trovando con intelligenza e cuore in esso i valori comuni di questa festa che ha come festeggiati il Dio che si fa uomo e le donne e gli uomini di buona volontà da quel momento della storia in poi.
E qualunque adulto abbia partecipato nelle scuole da spettatore ad una recita in costume, a piccoli concerti di corali, o chiunque abbia visitato le aule addobbate attorno al presepe realizzato portando ogni alunno un personaggio, con semplicità e nella fraternità, sarà tornato a casa più sereno e più contento; e quanto ce n’è bisogno in questo tempo! Se il vero significato del Natale finisce per essere nascosto dalle ideologie, dall’indifferenza, dal disfattismo, dai “contrari a tutto”, dal consumismo, dai buonisti, e tutti in fondo si lamentano per questo, la scuola ha ancora il grande potere, l’opportunità, i numeri, il tempo e le risorse per riportare alla dimensione dell’umano ogni distorsione della realtà. Basta solamente riscoprire il valore educativo della cultura, il talento di tantissimi letterati, musicisti, filosofi, artisti che – da laici e persino non credenti – hanno trovato nel Natale vero l’ispirazione per opere di straordinaria importanza che, chiuse nei musei, nelle biblioteche o nei motori di ricerca, nelle classi alunni e docenti possono portare alla luce come un tesoro prezioso.
Così, soprattutto nelle secondarie di secondo grado, si possono leggere e commentare le pagine sul Natale di Gesù scritte da Pascoli, D’Annunzio, Manzoni, Merini, Wilde, Stevenson, Pirandello, Capuana, Tolkien, Ungaretti, Saba, Rodari, Quasimodo e tanti altri. Poesie o prose, complesse o semplici, intime o universali, famose o nascoste, lontane o vicine nel tempo; tutte accendono i cuori, stimolano le menti, aprono riflessioni, suscitano sentimenti, mettono al centro l’essenziale allontanando il superfluo ed i fronzoli, fanno sgorgare gli auguri, quelli veri, per un Natale che faccia luce con gli occhi aperti di tutti sull’umanità ferita e su chi si china su di essa.
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