Dallo scorso 24 maggio, e per i prossimi giorni, il governo – alla luce delle vaccinazioni fatte e al calo della curva dei contagi, ha predisposto delle riaperture graduali. Un piano prudente che è stato premiato dalla realtà, i fatti hanno dato ragione. Azioni lodevoli che si presuppone possano continuare in questa direzione anche per il futuro. Infatti, se non capiteranno fatti intercorrenti imprevedibili, la “maledizione” del Covid-19 dovrebbe andare verso il suo esaurimento.
Rispetto allo scorso anno, abbiamo avuto a nostra disposizione un’arma in più: i vaccini. Alle persone che hanno potuto accedere all’inoculazione del siero anti-covid, si aggiungono quelle che si sono immunizzate dopo aver contratto la malattia. Non abbiamo ancora raggiunto l’immunità di gregge, ma non siamo lontani. Questo è un ulteriore dato che ci permette di sperare nella buona riuscita del piano di riaperture del governo, contrariamente a quanto accaduto lo scorso anno quando, alla fine dell’estate, abbiamo dovuto fare i conti con una nuova ondata dell’epidemia. Continuando le vaccinazioni con questi ritmi notevoli e ben organizzati, possiamo sperare che alla fine dell’estate la situazione sia di gran lunga migliore rispetto allo stesso periodo del 2020.
L’allentamento delle misure, tra cui anche il percorso verso l’abolizione del coprifuoco, potrebbe indurre alcuni a pensare che si vada verso un “liberi tutti”. Non è così. Una parte della popolazione, forse la minore, non capisce che bisogna continuare a osservare le regole anti-contagio: indossare la mascherina, mantenere il distanziamento sociale, igienizzarsi le mani. Bisogna continuare a mantenere dei comportamenti di sicurezza per evitare di svegliarsi con qualche variante che gira e che faccia riaccendere l’infezione. Ma la gran parte della popolazione sembra essere consapevole che il rischio ancora esiste.
Rispetto allo scorso, la variabile che non c’era sono proprio i vaccini. Non penso che si possa verificare una situazione come lo scorso anno, anche se qualcuno si approfitta, non capisce o si butta a fare cose inconsulte. Non mi aspetto una situazione analoga a quella della scorsa estate. La differenza potrà farla il sistema di tracciamento che, se organizzato bene, potremmo ritenerci veramente al sicuro: se scoppia un focolaio, con un’allerta rapida, con un efficiente tracciamento e isolamento dei casi, rimarrà tutto confinato in quell’area. Quello che serve oggi è proprio questo: il sistema di tracciamento e isolamento deve essere potenziato e perfettamente funzionante.
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