L’ultimo biennio è stato uno dei periodi più tragici della nostra storia recente. La pandemia da Covid – 19 ha provocato danni umani e sociali enormi, mettendo a nudo e rendendo più aspre le nostre fragilità. In altre parole, prima il virus ed ora la guerra, hanno contribuito a creare un clima di incertezza diffusa che sta contribuendo a rendere i cittadini con fragilità ancora più vulnerabili.
Per evitare questo occorre che, tutti gli enti preposti all’assistenza e alla cura, il mondo dell’associazionismo e l’intero Terzo Settore, devono agire con rapidità per generare inclusione e cogliere le sfide che il tempo complicato che stiamo vivendo ci presenta. È utile precisare che, nonostante alcuni miglioramenti, questo particolare periodo, ha reso più difficili le risposte da dare ai nuovi bisogni emersi legati alle non autosufficienze, rafforzando le forme del cosiddetto welfare fai da te a cui le famiglie hanno fatto ricorso in mancanza di misure pubbliche adeguate. In particolare, rispetto a questo, bisogna ricordare che, attualmente, secondo gli ultimi dati disponibili, la spesa pubblica destinata alle famiglie, in Italia assorbe il 3,9% della spesa pubblica rispetto all’8,6% della media dei paesi dell’Unione Europea.
La famiglia ha rappresentato, rappresenta e rappresenterà il primo argine per la cura della fragilità, attraverso quelle figure fondamentali ed eroiche che sono i assistenti familiari; quindi, bisogna destinare ad essa le risorse pubbliche adeguate. Rispetto a questo, il Pnrr, nella sua missione 5, denominata “inclusione e coesione” dovrà essere un fattore inclusivo accelerante, in grado di incrementare gli investimenti già in corso nei settori dell’assistenza ai più fragili. Ciò però non basta, tutti noi dovremo fare maggiori sforzi per dare la forza necessaria agli insegnamenti contenuti nella Convenzione Onu per i diritti delle persone con disabilità risalente all’ormai lontano 2006, solo così potremo dire di essere diventati una società più evoluta e attenta. Molto è stato fatto, ma tanto resta ancora da fare.
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