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Manifesti contro il Papa: cosa c’è dietro

Domenica 5 febbraio il risveglio di Roma è stato inquietante: decine di manifesti anonimi, affissi soprattutto nel centro storico, criticavano l’operato di Papa Francesco, alludendo a una sua presunta mancanza di misericordia nei confronti di alcune realtà ecclesiali. Si è trattato di un atto inaccettabile e pericoloso. Nel senso che i giornali vogliono vedervi un’espressione di dissidio tra i conservatori e i progressisti. Distinzione artificiosa per la Chiesa, di sorgente politica, poiché nella Chiesa c’è la legge della continuità e non della discontinuità. Uno scriba trae dal suo tesoro cose nuove e cose vecchie, dice il Signore (Mt 13,52). Ora ci saranno i tradizionalisti, e questi ci sono sempre stati, e ci saranno quelli che vogliono rinfrescare l’aria ecclesiale e lo fanno, quando sono autentici, con l’esempio della vita e anche con le parole.

Quel manifesto, che presenta un’istantanea di Papa Francesco con il volto oscuro – e chi non si è trovato a essere sorpreso per un attimo, che poi una foto fa diventare l’espressione eterna – è pericoloso non perché manifesti l’esistenza di contrasti sostanziali nel clero, ma perché vuole tentare di produrli. Ogni prete sa che il magistero del Pontefice è infallibile quando parla ex cathedra, e quando non lo fa a quel livello si ha il “magistero autentico”, cioè un magistero che non aggiunge nessuna nuova definizione, ma ha un’indole esortativa, pastorale, meditativa, orante, di denuncia anche dei vizi. Il clero di tutto il mondo lo sa e se ha delle riserve su qualcosa di non infallibile le sa gestire con serenità e fede e permanente amore per il Pontefice.

Dunque, quel manifesto finisce per servire a chi vuole incuneare nella Chiesa la distinzione tra progressisti e conservatori. A volere questa spaccatura, inesistente nell’essere della Chiesa, oltre il solito intellettuale laicismo, sono persone, in questo caso, dure, violente. Si tratta di un’organizzazione, che ha saputo trovare una tipografia (magari uno di essi ne è il proprietario), che hanno saputo trovare il coraggio dell’affissione. Tutto fa pensare che dietro tutto ciò ci sia qualche gruppo influenzato da false apparizioni: internet è pieno di rivelazioni catastrofiche sulla Chiesa. Un gruppo radicalizzato, che non va cercato tra il clero, ma tra il laicato, magari con il coinvolgimento di qualche prete o frate. Personalmente ne ho incontrato uno di questi gruppi arroccato su rivelazioni, in una contestazione al Santo Padre, e pronti a partire per la salvezza, di più anime possibili, con strutture di base in tutta Italia. La loro è una contestazione non solo contro il Papa, ma anche contro la dottrina vera della transustanziazione, affermando che essa non conserva gli accidenti, mancando la sostanza trasformata nel Corpo di Cristo. Tutto per loro è carne come a Lanciano. E a Lanciano, va detto, una volta compiutosi il miracolo non ci fu più la presenza reale di Cristo, ma solo una parte del tessuto del miocardio, quale segno della verità della presenza reale. La persona – un capo col quale ho parlato – era un radicalizzato.

Basta aprire le rivelazioni della Madonna di Anguera (Bahia) per rimanere impietriti, e con questa tante altre apparizioni. Un gruppo di attacchini così radicalizzato, violento nelle sue espressioni, non può assolutamente provenire dai cosiddetti conservatori. Facendo parte del Gris posso dire che ci sono gruppi che preferiscono Putin a Papa Francesco, perché secondo loro si è espresso verso i gay approvandoli, al contrario di Putin. Affermazioni assurde, che alimentate dall’impeto catastrofista di rivelazioni che vengono dall’abisso, danno un senso di crociata sacrosanta, che deve essere inarrestabile. Stanno cercando di trovare quelli che hanno affisso il manifesto che conosciamo, ma certo il gruppo ha agito con la massima velocità e pianificazione. Non si sa se verranno trovati attraverso i risultati delle telecamere, ma se avevano il volto coperto, non sarà possibile ricercarli tra i noti alla polizia. Anche la ricerca sui manifesti offensori affissi a Roma contro la ministra Valeria Fedeli è andata a vuoto.

Ma certo questi attacchini non vanno rapportati ai cosiddetti conservatori (categoria per nulla ecclesiale), come amano dire i giornali, circa questioni teologiche. Le questioni, i dibattiti, si fanno a viso aperto, in pieno sole, come san Paolo con Pietro (Gal 2,14), non nella viltà dell’ombra, come gli offensori attacchini del nostro papa Francesco.
Scopo degli attacchini di papa Francesco? Creare spaccature dentro la Chiesa, denigrando il Pontefice, usando dell’eco dei mass media; infatti ben sapevano che i manifesti era stati affissi illegalmente e perciò ben presto sarebbero stati rimossi.

Paolo Berti

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