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Domani è un altro giorno

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Si fa sera.

La giornata è stata piena di imprevisti e di impegni, di soddisfazioni e di delusioni, ma è trascorsa bene. È iniziata all’alba, con la grande voglia di stiracchiarsi dopo il letargo e con tanti propositi di buone intenzioni, scoprendo pian piano lo spettacolo del sole che sorge, che si fa strada tra gli alberi e nelle case come tra i pensieri, invitandoti ad alzarti ed a metterti in marcia per la giornata che devi trascorrere.

Le prime ore del mattino sono magiche poiché è un pullulare di pensieri e di idee ancora acerbe che si propongono con la consapevolezza che avendo l’intera giornata davanti puoi dedicarti alla loro realizzazione; sono quasi dei sogni ad occhi aperti, che lasci scorrere mentre attendi alle prime necessità fisiologiche, la voglia di fare ti fa galoppare inconsapevolmente verso mete insperate: non è l’ora della verità ma ancora il momento dei desideri, forse anche impossibili da realizzare, ma che stanno lì a colorarti ed a scaldarti mentre si materializzano nella mente: li vedi, sono loro, li vuoi, hai deciso che farai così e ti incammini.

Dopo aver dedicato quel tempo necessario alla cura di sé, sei pronto per uscire dal guscio ed incamminarti verso i desideri che frattanto si sono trasformati in progetti; ne hai costruito i dettagli, li hai immaginati in concreto, hai vagliato le possibilità di realizzazione, un po’ meno i costi e le possibilità; c’è tempo, hai ancora a disposizione il mattino.

E giù quindi a correre, ad allenarti, a prestare attenzione ad immagazzinare quante più risorse possano esserti utili per le occorrenze cui hai deciso di dedicarti; ti servono strumenti, devi acquisire informazioni, hai bisogno di crescere nella consapevolezza di ciò che vuoi, altrimenti perdi tempo, tempo che non perdi mai perché lo impieghi ad altre attività, non certo meno importanti; ti fermi a parlare con un amico, chiacchieri con la vicina, leggi il giornale, ascolti le notizie, cominci a selezionare ciò che ti occorre, ti informi sulle possibilità che quello che hai immaginato di fare sia realmente possibile.

Passano le ore e le tue facoltà fervono di intenso lavoro poiché hai tutto davanti e stai scegliendo, ti stai costruendo le tue concrete possibilità di realizzare i sogni, magari intanto si sono affinati, forse sono anche modificati, non proprio migliorati perché erano belli quando erano sogni puri e semplici, visionari, impossibili; ora stanno prendendo forma concreta e si calano nel mondo reale, ti calano nel mondo reale. Sei al guado.

È mezzodì. Devi fermarti a pranzare. Devi prendere spazio per te stesso, tutta la preparazione della giornata ti ha stancato ma ti ha portato a questo punto, in questo luogo, in questo momento. Scegli il ristorante; ti affidi ai consigli delle persone care ed esperte ma ti lasci guidare dai tuoi sensi, non puoi fare a meno di loro perché ti costringono a scegliere con passione e sentimento, non pensi alla convenienza, sai che quel ristorante potrà darti da mangiare quello che desideri, hai vagliato che sia sano, gli odori che promana sono quelli della tua infanzia. Entri, ti siedi, mangi.

È un momento importante poiché ti stai rinfrancando della mattina trascorsa proiettato verso i programmi della giornata e l’ambiente caldo e protetto ti induce a parlare dei tuoi desideri con il ristoratore e scopri che è affabile ed esperto e comprende bene le tue esigenze, ti riesce a consigliare per il meglio e con la fame appagata riesci a comprendere che è meglio che realizzi solo i sogni che sei riuscito a salvare durante la mattina giacché non tutti i sogni possono trovare spazio nelle ore del pomeriggio; meglio dedicarsi a quelli che si prestano meglio a soddisfare in concreto le tue esigenze; il ristoratore ti è stato prezioso, ti ha aperto la mente. Puoi uscire ora ed affrontare il pomeriggio.

È un tempo lungo il pomeriggio, molto più lungo della mattina; se sai sfruttarlo puoi occupare le prime ore del pomeriggio a consolidare le scelte che avevi fatto dopo aver abbandonato i sogni; puoi cominciare ad impegnarti alacremente in quel che hai scelto di fare, constati che puoi farlo, che però hai fatto bene a preparare gli strumenti utili durante la mattinata ed a seguire i consigli del ristoratore poiché ora sei in pieno svolgimento di ciò che volevi fare, magari non esattamente come lo avevi immaginato, ci sono diverse differenze, la prima è la tua che guardi diversamente ogni cosa. C’è una luce diversa nel pomeriggio, più calda, più serena, meno brillante e vorticosa della mattina.

E il pomeriggio prosegue le sue ore che dilatano le tue attività, sempre più pregnanti sempre più calde, sempre più intense. Il lavoro è tanto e non ti lascia respirare un momento, le cose da fare, nulla di quello che avevi immaginato, incalzano, ti spingono, ti sospingono avanti ma ci sei, stai dando il massimo, sai che c’è ancora tanta luce, puoi ancora fare, non è il momento di fermarsi.

Cala il sole e la luce comincia a diradare, rallenti, ti guardi indietro e vedi che le ore sono trascorse ma sei soddisfatto, sei sereno, la tua giornata è andata meglio del previsto, perché avevi solo sognato non avevi previsto nulla e le cose che sei riuscito a fare sono ben frutto delle ore della mattina spese bene e del cibo che ti ha fornito il ristoratore, che ti ha tolto la fame e la sete e ti ha consentito di lavorare così tanto. Sono altri progetti che si sono realizzati, sei soddisfatto del risultato, puoi tornare a goderti la cena.

Si fa sera. Domani è un altro giorno, anche se non sarai tu a viverlo.

Roberto de Tilla: