Opinione

Giornata internazionale della donna e disabilità: resta ancora molto da fare

La Giornata internazionale dei diritti della donna si celebra l’8 marzo per ricordare le grandi conquiste economiche, politiche e sociali perseguite dalle donne ma anche e soprattutto le discriminazioni a cui le stesse sono ancora sottoposte in molte parti del mondo.

Il mio pensiero va alle donne con disabilità che, in Italia, secondo i dati Istat, sono circa 1 milione e 700 mila e – spesse volte – devono subire una doppia forma di discriminazione, in quanto, come donne devono fare i conti con la mancanza di pari opportunità che sovente emerge e, avendo una disabilità, devono convivere con limiti e restrizioni che, a volte, la mancanza di inclusione impone. La normativa internazionale, attraverso la Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità e la Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne, ha sancito alcuni punti fondamentali ed in particolare nella seconda, il legislatore ha sottolineato l’esplicita condanna nonché divieto di discriminazione sulla base della disabilità.

Indubbiamente dei passi avanti sono stati fatti, ma molto resta ancora da fare perché molte donne e ragazze con disabilità continuano ad avere una posizione di svantaggio nella società a causa di una carenza nell’attuazione delle normative che prevedono l’inclusione.

Questa giornata, dall’alto valore simbolico, deve ricordare a tutti coloro che hanno potere decisionale, in particolare le istituzioni pubbliche, ma anche e soprattutto le associazioni e il Terzo Settore, che ognuno di noi ha il dovere di impegnarsi affinché tutte le persone con disabilità ed in particolare le donne, vengano sostenute nella piena realizzazione di una vita indipendente e piena dove ognuno possa realizzare le proprie aspettative ed i propri sogni. Al fine di giungere a questo obiettivo è importante che si attuino delle sostanziali modifiche alle leggi vigenti in materia di inclusione lavorativa, Progetto di Vita e assistenti familiari. Solo in questo modo riusciremo a dare un significato concreto a questa giornata internazionale, la quale ci ricorda che ancora molto rimane da fare ma, se tutti ci impegniamo, riusciremo a dare vita ad una società migliore dove tutte le donne, ma soprattutto quelle maggiormente fragili, verranno messe al centro della società.

Alda Cattelini

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