Opinione

Le nuove frontiere diagnostiche digitali

Le persone con gravi disabilità motorie hanno esigenze e capacità diverse. E le diverse tecnologie assistive, presenti oggi nel mercato, soddisfano molte di queste esigenze, pur essendo, di per sé, spesso obsolete.

Interfacce obsolete

Stiamo parlando di attrezzature, software, adattamenti non più aggiornati per l’era in cui stiamo vivendo, quella degli smartphone e delle connessioni mobili ad alta velocità. Alcune di queste interfacce più obsolete, purtroppo, sono proprio quelle che vengono usate dalle persone con disabilità più gravi: quelle i cui movimenti sono limitati alla testa, alle espressioni del volto, agli occhi o anche a una singola palpebra, come Jean-Dominique Bauby, il famoso autore di “Lo scafandro e la farfalla”.

Nel libro, Bauby racconta la sua storia e di come abbia affrontato la vita dopo un ictus che lo ha completamente bloccato, lasciandogli, come unico mezzo di comunicazione con il mondo esterno, il battito della palpebra sinistra. Purtroppo, il mondo della tecnologia non offre molte soluzioni tecnologicamente avanzate per le persone affette da patologie come la paralisi, la SLA e gli ictus gravi.

Le interfacce neurali Cognixion

La startup statunitense di interfacce neurali Cognixion, sfruttando una nuova forma di monitoraggio del cervello e una nuova tecnologia che combina la tecnologia di interfacciamento cervello-computer con la realtà aumentata, vuole aiutare queste persone, rendendo loro più semplice, facile e “naturale” la comunicazione e l’interazione con gli altri.

Il caschetto “Cognixion ONE” tiene traccia dell’attività cerebrale in modo tale che chi lo indossa possa muovere un cursore, riflesso su una visiera con un display a comparsa, e selezionare numerosi comandi nei vari menu presenti. Non è necessario alcun movimento fisico e, con l’aiuto delle moderne tecnologie, l’utente non solo può comunicare in modo efficiente, ma può accedere liberamente a tutti i tipi di informazioni e contenuti che la maggior parte delle persone dà per scontato.

Andreas Forsland, co-fondatore e CEO di Cognixion, incuriosito dalla “veneranda tecnologia” dell’EEG, l’elettroencefalogramma, circa 5 anni fa si chiese: “Un’interfaccia cervello-computer che utilizza l’EEG può essere un sistema di comunicazione praticabile?” Infatti, in molti studi effettuati sulle persone con mobilità gravemente ridotta si è dimostrato che la capacità cognitiva non viene colpita.

I monitoraggi degli EEG

Forsland usò, per la prima volta, l’EEG a scopo di assistenza in uno studio di ricerca in cui si stavano esaminando dei metodi alternativi per consentire a una persona di controllare un cursore sullo schermo. Utilizzando un accelerometro, per rilevare i movimenti della testa, cercò di integrare le letture EEG per poter generare un segnale più “complesso e rispondente”. Ma senza grandi risultati. Forsland e i suoi colleghi scoprirono che i limiti non riguardavano tanto l’EEG stesso ma il modo in cui veniva eseguito.

I monitoraggi degli EEG sono sempre stati pensati per la diagnosi e lo studio attraverso controlli lenti approfonditi di più regioni del cervello, non per il feedback in tempo reale.
Forsland, quindi, provò ad inserire un elemento attivo: una stimolazione elettrica ritmica “riflessa” dalla regione del cervello.

I segnali riflessi principali vennero rilevati in sei canali EEG nell’area della corteccia e, attraverso un modello di apprendimento automatico per interpretare i dati in arrivo, costruì una rete neurale convoluzionale localmente su un iPhone, cosa che fino a qualche anno prima non era realmente possibile, permettendo al sistema non solo di emettere un segnale brevissimo, ma di fare previsioni accurate, rendendo le interazioni più veloci e fluide. Il risultato fu un segnale con precisione del 95-100% in un caschetto wireless alimentato da un telefono cellulare. ”

La velocità, l’accuratezza e l’affidabilità stanno raggiungendo livelli commerciali”, affermò Forsland. Cognixion ONE, tra le tante tecnologie, include anche un’app di comunicazione aumentativa e un assistente virtuale di intelligenza artificiale integrato per il controllo di applicazioni di domotica, consentendogli di diventare un dispositivo indispensabile per chi non può muoversi.

Mai Ling Chan, direttrice del settore di ricerca e sviluppo di Cognixion, ha sinteticamente affermato nella sua dichiarazione alla stampa sul lancio del prodotto: “8 miliardi di persone lo adoreranno. 100 milioni ne beneficeranno direttamente! Un altro miliardo lo acquisterà”.

Tom Gruber, co-fondatore di Siri ed ex capo dello sviluppo avanzato di Apple, afferma: “Cognixion ha segnato una svolta: questo dispositivo pratico e indossabile che consente di controllare un computer con il tuo cervello permetterà alle persone con gravi disabilità motorie e comunicative di parlare con la famiglia e gli amici e, tramite un assistente virtuale integrato, di interagire con il mondo digitale e fisico”.

Alan Brightman, fondatore della divisione soluzioni per la disabilità di Apple, aggiunge: “Avrei pensato che l’idea alla base di Cognixion One fosse semplicemente troppo fantasiosa, se non fosse già una realtà. A mio parere, questo prodotto si rivelerà veramente valido e cambierà la vita di persone giovani e meno giovani con diversi livelli di abilità”.

Cognixion ONE sarà disponibile entro la fine dell’anno ma dovremo aspettare le prime unità per vedere quanto siano potenti questi dispositivi. Il fatto che Cognixion sia già in grado di commercializzare i rispettivi caschetti ci dice, comunque, che il momento è più vicino di quanto non lo sia mai stato.

Paolo Berro

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