Opinione

Disabilità, l’ora di una riflessione civile e culturale

Il 2024 sta per cominciare e, come ogni anno, vorrei che, grazie al contributo di tutti, i diritti delle persone con disabilità e delle loro famiglie, fossero messi sempre più al centro della società, garantendo la loro tutela a 360 gradi. Negli ultimi anni sono stati compiuti molti passi avanti ma, la via da percorrere per raggiungere la piena inclusione, è ancora lunga. Occorre dare vita ad un momento di riflessione civile e culturale che ci permetta un cambio di paradigma su questo tema: la tutela della persona e la possibilità di realizzazione dei desideri di ognuno, in ambito sociale, familiare e lavorativo, deve rappresentare il fulcro di ogni decisione riguardante il futuro, indipendentemente dalle rispettive fragilità.

Questo obiettivo, che rappresenta un metro efficace per misurare il livello di evoluzione sociale di ogni Paese, deve essere perseguito innanzitutto attraverso la prossimità alle persone con disabilità e ai loro familiari caregiver in ogni aspetto della vita quotidiana. È imperativo fare ogni sforzo possibile affinché si contrastino con efficacia gli episodi di isolamento ed esclusione sociale, garantendo allo stesso tempo una concreta attuazione del concetto di “pari opportunità”.

Desidererei che, il nuovo anno che ci apprestiamo a vivere, inizi all’insegna del pensiero che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso il 3 dicembre scorso in occasione della Giornata internazionale delle persone con Disabilità, ove ha sottolineato la necessità inderogabile di “cambiare la prospettiva con cui si guarda alla disabilità, superando pregiudizi e stereotipi di cui milioni di persone sono ancora vittime. Si tratta di persone sulle cui potenzialità dobbiamo investire perché le loro abilità, la loro resilienza, creatività e forza di volontà sono una risorsa per tutti noi”. A mio parere, il mutamento di prospettiva invocato dal Capo dello Stato, rappresenta la chiave per consentire la creazione di una società più accessibile e inclusiva per la quale, tutti noi, dobbiamo adoperarci senza riserve.

Alda Cattelini

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