Opinione

Come va interpretata la responsabilità pubblica

La materia della responsabilità pubblica è degna del maggior interesse, vista la posizione dell’art. 28 della Costituzione, situato, piuttosto che nel Titolo III, Sezione II, dedicato alla Pubblica Amministrazione, in chiusura del Titolo I «Rapporti civili» della Parte I «Diritti e doveri dei cittadini» della Costituzione, quasi a coronamento e tutela di tutte le libertà. Il fondamento della disciplina costituzionale dell’art. 28 Cost. è individuato nella necessità di rafforzare il senso del dovere e di responsabilità dei pubblici dipendenti, per evitare di ripetere l’errore di concedere privilegi che, nel periodo precostituzionale, condizionano la correttezza dell’azione pubblica. Anche per questo si opta per la proposizione «direttamente», invece che «personalmente», proposta inizialmente ma poi scartata, perché il termine «direttamente» ancor di più sottolinea la posizione della responsabilità del funzionario e l’eventuale garanzia sussidiaria dello Stato o di qualsiasi ente pubblico. Perciò l’entrata in vigore, nel 1948, del nuovo regime costituzionale in materia di responsabilità pubblica rappresenta la scelta di disconoscere qualsiasi «odioso privilegio» in capo ai dipendenti pubblici e agli amministratori, per evitare che l’azione di un qualsiasi agente possa essere coperta da una sorta di immunità, ingiustificata, appunto, dall’assenza di un obiettivo bisogno di una tutela particolare.

Cambia quindi il fondamentale rapporto cittadino–Amministrazione: la collettività, intesa come soggetto, non è più un mero insieme di utenti, ma l’attore–interlocutore dell’azione pubblica, a cui la funzione pubblica deve rendere conto. I bisogni della collettività rappresentano gli obiettivi da perseguire e il parametro di giudizio della funzione pubblica. Con l’accrescimento della responsabilità personale dei dipendenti pubblici, in via di principio doverosa sul piano costituzionale ed ancor prima su quello etico e politico, si ottiene una maggiore trasparenza dell’agire pubblico. La «sfera libera» (ovvero discrezionale) dell’azione pubblica è venuta sempre più diminuendo a favore dell’aumento dell’ambito di controllo al quale la dimensione pubblica deve sottostare. In quest’ottica, la responsabilità va intesa come un importante mezzo di controllo sociale del risultato del corretto esercizio dell’azione pubblica. Nel panorama istituzionale, la responsabilità pubblica rappresenta un indicatore fondamentale, mantenendo una struttura coerente e compatibile con il nuovo rapporto tra la cittadinanza e lo Stato, in termini anche di controllo sociale.

Bruno Di Giacomo Russo

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