Opinione

Le norme per il diritto al lavoro per i disabili

In Italia, il collocamento lavorativo delle persone con disabilità è normato dalla Legge n. 68 del 12 marzo 1999, denominata “Norme per il diritto al lavoro per i disabili”. La legge usa per la prima volta il termine di collocamento mirato, sancendo in maniera chiara un mutamento di obiettivi e prospettive, si passa cioè dal semplice obbligo di assunzione a quello dell’assunzione attraverso un’azione mirata che tenga conto delle potenzialità, risorse e ispirazioni della persona con disabilità, valorizzandole nella maniera adeguata.

Nonostante la normativa però, ad oggi, in Italia, su 100 persone tra i 15 e i 64 anni che, pur avendo limitazioni nelle funzioni motorie e/o sensoriali essenziali nella vita quotidiana oppure disturbi intellettivi o del comportamento, sono comunque abili al lavoro, solo il 35,8% ha un’occupazione. Servirebbero quindi delle figure professionali in grado di incentivare l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità, come ad esempio i disability manager. Questa figura professionale, all’interno delle aziende, ha il compito di valorizzare le attitudini di ogni lavoratore e in particolare agevolare il dipendente con disabilità per lo svolgimento dell’attività lavorativa, garantendo alla persona la piena uguaglianza con gli altri lavoratori secondo il principio dell’accomodamento ragionevole previsto anche dalla Convenzione Onu per i Diritti delle persone con disabilità nel 2006, con l’obiettivo di rimuovere gli ostacoli che impediscono l’ingresso delle stesse nel mondo del lavoro.

Infine, però, nonostante ciò, occorre cambiare la visione delle persone con disabilità per tutto ciò che riguarda il tema dell’inclusione lavorativa. Le stesse devono poter esprimere appieno le loro attitudini e potenzialità, attraverso una normativa più adeguata in grado di incidere positivamente sulle criticità attuali. Tutti dobbiamo fare nostro l’insegnamento di Papa Francesco, prendendoci cura della Casa Comune e aiutando chi ha delle difficoltà a raggiungere i propri obiettivi e – dove possibile – vivere una vita autonoma attraverso la realizzazione di sogni e ispirazioni. Solo così si realizzerà compiutamente la vera inclusione.

Alda Cattelini

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