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Roma perde oltre 300 milioni

Erano 380 milioni gli euro che la città di Roma non è stata in grado di utilizzare. E così, a fronte della mancanza di investimenti sostanziosi, li ha persi tutti. Il fenomeno si chiama overshooting e si verifica quando una pubblica amministrazione riceve i soldi per fare degli investimenti ma, non riuscendo a spenderli per vacanza di appalti pubblici, è costretta a darli indietro. Il fenomeno è poco noto ai cittadini di Roma, al contrario è “consueto” fra gli addetti ai lavori. Già nel 2017, l'amministrazione romana non aveva utilizzato “interamente” i circa 500 milioni di euro ripartiti tra spese correnti e investimenti. Per ridurre l'emorragia di fondi, quest'anno il Campidoglio aveva adottato nuove misure, tra cui l'invito a fare un preciso raffronto tra risorse disponibili e capacità di spesa. Nonostante questo, il Palazzo Senatorio non è riuscito nel suo intento.

Il motivo

In Campidoglio l'overshooting si genera nell'ambito degli appalti. Quando essi vengono esaminati dalle commissioni giudicatrici è difficile che ottengano il via libera. Molti funzionari capitolini, forse impauriti dalle possibili implicazioni giudiziarie, rinunciano a far parte della commissione con diversi pretesti, come la “malattia”. Questo crea l'impasse sicché è difficile che le carte siano firmate. Accanto a essa, vi sono altre concause, come i ricorsi delle aziende escluse dagli appalti e gli errori della burocrazia comunale. 

Eterni cantieri

Sono diversi gli slittamenti che i cittadini romani avrebbero volentieri evitato. Tra i principali, v'è il rifacimento della tangenziale est, con la manutenzione del fondo stradale nel tratto fra la galleria Giovanni XXIII e il tunnel Nomentana-Tiburtina. Un altro cantiere riguarda via Portuense e via della Pineta Sacchetti. I disagi delle mancate azioni dell'amministrazione sono visibili a pochi passi dal Campidoglio: il rifacimento del selciato di piazza Venezia deve ancora essere completato dai tempi del Giubileo della Misericordia. E non è l'unico cantiere che venne aperto per l'occasione: sono ben undici i progetti approvati all'epoca e che ancora devono iniziare. E che dire dei cantieri nelle linee metropolitane, da tempo penalizzate per lavori che sembrano non finire? Ma, oltre alla manutenzione stradale, sono tanti i fronti caldi, come l'addizionale comunale Irpef, pagata dai cittadini romani, che avrebbe potuto essere ridotta dal nove al cinque per mille. Un bel respiro per i romani su cui grava il debito capitolino. 

Marco Grieco

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