Si riaccende la polemica fra Roma e governo sui fondi destinati alla Capitale con l'ufficialità, arrivata nella serata di ieri, del taglio in Manovra di 180 milioni fra quelli promessi. Una notizia che non è piaciuta alla sindaca Raggi, raggiunta dai microfoni di Rete 4 e fortemente critica nei confronti del dicastero dell'Economia e del suo capo, il ministro Giovanni Tria: “Penso che se Tria continua in questa direzione – ha detto a 'W l'Italia' – non faccia un torto a Virginia Raggi, ma a Roma e a tutti i romani. Mi batterò in Parlamento perché questi fondi vengano mantenuti. Erano 60 milioni per il triennio. Alla fine si dice sempre tutti vogliono bene a Roma, sembra che siano sempre pronti ad aiutarla, poi quando c'è davvero da 'fare i fatti', come si dice, i risultati sono questi, li vediamo”.
Torna in auge, dunque, il contenzioso fra Urbe e Governo centrale, già affrontato dall'amministrazione pentastellata durante l'esecutivo guidato da Matteo Renzi e possibile variabile di parte dei mancati interventi su manutenzione e urbanistica, specie per quanto riguarda l'assetto stradale della Capitale. Ma, mentre la sindaca annuncia battaglia in Parlamento affinché i fondi promessi vengano ripristinati, continua a infuriare la discussione sul risanamento di Atac, non solo per quanto riguarda l'ancora di salvataggio per la municipalizzata dei trasporti ma anche per il rimodernamento dei veicoli in dotazione. Su questo passaggio, sui quasi 600 bus nuovi promessi dall'amministrazione capitolina, ne sono stati per ora annunciati 227: “Due grandi aziende italiane in difficoltà salvate in un colpo solo – ha detto Raggi su Facebook -: oggi Industria Italiana Autobus, l'impresa vincitrice della gara Consip, ha ottenuto la fideiussione per avviare la produzione di nuovi autobus per la nostra città. Mezzi chiesti da quest'amministrazione e che a partire dal prossimo anno vedrete circolare per le strade di Roma”.
Mentre la sindaca sottolinea che “oltre ad Atac un'altra impresa italiana, che versava in gravi difficoltà economiche, continuerà a dare stipendi ai propri dipendenti e ad avere la liquidità necessaria per nuovi investimenti”, però, ci si chiede quando sarà espletata la promessa dei 600 nuovi autobus. Per il momento, dal Campidoglio fanno sapere che altri mezzi (probabilmente un centinaio) verranno aggiunti nel 2019. Il tutto, a ormai una sola settimana dal referendum pubblico sulla liberalizzazione del trasporto pubblico.
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