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Emergenza idrica, il piano B della Regione: innalzare i prelievi dalle altre fonti

Con i livelli del Lago di Bracciano che continuano pericolosamente a scendere e il blocco imposto ad Acea dalla Regione per il prelevamento dell’acqua, l’ipotesi del razionamento nelle case dei romani comincia a essere un’opzione sempre più concreta. Da qui all’applicazione del provvedimento regionale da parte della multiservizi, di giorni ne restano 4 e, senza dubbio, saranno utilizzati per cercare di scongiurare la turnazione di otto ore per le case della Capitale, ricercando una cosiddetta “soluzione-ponte” che riesca in qualche modo a mantenere inalterato il fabbisogno d’acqua dei cittadini (attualmente pari a 500 litri giornalieri per abitante). L’idea della Regione, è aumentare i prelievi dalle altre fonti utilizzate per rifornire d’acqua la città, cercando di recuperare l’8% di approvigionamento idrico che verrebbe a mancare dal Lago di Bracciano attraverso lo sfruttamento-limite delle cinque sorgenti già utilizzate per coprire gran parte del fabbisogno capitolino.

Regione e il piano-traghetto

Mentre infuria la polemica sullo spreco di acqua potabile che, giornalmente, i cittadini italiani effettuano nelle loro case, l’allarme siccità si è esteso fino alla soglia dello stato di calamità per 10 regioni. Una situazione estremamente critica, riportata in un dossier di Coldiretti che, nelle sue pagine, ha evidenziato un danno economico pari a 2 miliardi per il nostro Paese. Tra le regioni a rischio, ovviamente, c’è anche il Lazio che, qualora lo stato di calamità fosse approvato dal Governo, potrebbe avere il via libero per applicare il provvedimento tampone studiato dalla Regione. Una soluzione che permetterebbe di “traghettare” la Capitale fino ad agosto, ovvero al periodo delle vacanze estive che, solitamente, coincide con una minore necessità del fabbisogno di acqua.

Acea: “Pronti all’ascolto”

L’ipotesi è attualmente al vaglio ma il tutto si giocherà sulla contesa Regione-Acea, con la multiutility che preme per la continuazione nel prelievo delle acque del Lago. Secondo la Pisana, però, non solo tale soluzione sarebbe insostenibile a livello ambientale ma, qualora il livello scendesse ancora, diverrebbe un vero e proprio danno per l’ecosistema. Del resto, come riportato in un comunicato stampa, “Acea apprende solo dagli organi di stampa che sempre la Regione avrebbe ipotizzato un piano alternativo per ovviare alla captazione dell’acqua dal lago di Bracciano, prevedendo di utilizzare altre fonti o aumentando la portata di quelle attuali. Se la Regione volesse illustrare tali soluzioni, nelle sedi opportune, Acea sarà pronta ad ascoltare e collaborare”. In città, nel frattempo, la siccità ha costretto anche le fontane monumentali a ridurre il flusso delle proprie acque: nei giorni scorsi, il Comune aveva anche ventilato la possibilità della chiusura dei nasoni.

redazione

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