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Valico di Rafah: dopo il passaggio degli aiuti richiude i cancelli

Il valico di Rafah fra Egitto e Gaza è stato aperto al transito dei primi aiuti umanitari che hanno trasportato medicinali e forniture alimentari di prima necessità. Nonostante questi aiuti siano pochi rispetto al bisogno effettivo, subito dopo il passaggio dei venti camion, il cancello del valico è stato nuovamente chiuso

Venti camion con medicine e prodotti alimentari

Il valico di Rafah tra Egitto e Striscia di Gaza ha chiuso di nuovo dopo l’ingresso dei primi venti camion di aiuti umanitari giunti dall’Egitto. La televisione di Stato egiziana ha mostrato diversi mezzi che attraversavano l’enorme cancello del valico di frontiera, entrando dal lato egiziano verso l’enclave palestinese. I primi aiuti umanitari dunque cominciano a entrare a due settimane dal sanguinoso attacco di Hamas a Israele, dopo 15 giorni di assedio che hanno portato la situazione umanitaria nella Striscia vicino al collasso. A Gaza, 2,4 milioni di persone – metà dei quali bambini- sono allo stremo, da giorni a corto di acqua, elettricità e carburante. “Il convoglio di aiuti umanitari comprende 20 camion che trasportano medicine, forniture mediche e una quantità limitata di forniture alimentari (prodotti in scatola)”, ha fatto sapere l’ufficio stampa di Hamas.

L’Onu: “Una goccia nell’oceano”

Il convoglio è una “goccia nell’oceano” rispetto alla quantita’ richiesta a Gaza, ha fatto sapere nuovamente l’Onu. Juliette Touma, dell’Unrwa, l’Agenzia per il soccorso dei profughi palestinesi nel Vicino Oriente, ha detto che è necessario un flusso continuo degli aiuti umanitari. “Ciò di cui i civili di Gaza hanno veramente bisogno è un accesso umanitario sostanzioso e continuo, compreso e soprattutto il carburante”. L’ambasciata Usa in Israele ha messo in guardia sulla situazione “potenzialmente caotica e disordinata su entrambi i lati del valico”.

Usa a Israele, no attacco preventivo a Hezbollah

Il presidente americano Joe Biden, insieme ad alti funzionari di Washington, ha esortato Israele a non sferrare un attacco preventivo contro Hezbollah in Libano, nel timore che due fronti, uno a sud contro Hamas e l’altro a nord, possano mettere in difficoltà lo Stato ebraico, coinvolgendo Stati Uniti e Iran. Lo ha riferito il New York Times. La preoccupazione Usa è che i principali membri del gabinetto di guerra israeliano, in particolare il ministro della Difesa Yoav Gallant, stiano spingendo per un simile attacco. Biden, incontrando i cronisti, ha inoltre risposto in modo affermativo a chi gli chiedeva se lo Stato ebraico dovesse ritardare l’invasione di terra.

Fonte: Agi

redazione

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