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Usa, Amy Coney Barrett giura come giudice della Corte Suprema

Amy Coney Barrett approda ufficialmente alla Corte Suprema degli Stati Uniti d’America. Il via libera definitivo alla nomina è arrivato dal Senato con 52 voti favorevoli, sufficienti a superare il fronte dei contrari (48) e a consegnare a Donald Trump una prima tacca a favore nella corsa alla Casa Bianca. Fra i “no”, anche quello della repubblicana Susan Collins, in disaccordo con la volontà del presidente di nominare un nuovo giudice in sostituzione di Ruth Bader Ginsburg prima del voto. E sulla questione il dibattito in Senato non è mancato, col leader dei democratici, Chuck Schumer, che accusa i repubblicani di aver “rubato il posto lasciato vacante da Ruth Bader Ginsburg”. Dura anche la replica di Mitch McConnell, che rimanda al mittente spiegando che i dem “volevano mettere un giudice attivista“.

Coney Barrett alla Corte Suprema

Una giornata storica” l’ha definita il presidente degli Stati Uniti. Che, con la nomina di Coney Barrett, consegna al massimo organo di Giustizia americano una larga maggioranza conservatrice. Il nuovo membro della Corte Suprema, cattolica e nota per le sue posizioni anti-abortiste e a favore delle famiglie, porta la quota a 6 toghe su nove. Segnando, peraltro, una totale inversione di rotta rispetto a chi va a sostituire. Bder Ginsburg, infatti, era nota per le sue battaglie per la parità di genere e promotrice dei diritti delle donne. “Ricoprirò il mio incarico in maniera indipendente dalla politica e dalle mie preferenze”, è il commento di Amy Coney Barrett dopo il suo giuramento. Il quale, al contrario della cerimonia per la sua nomina, si è svolto in assoluta sicurezza sul prato della Casa Bianca, nel rispetto delle normative anti-Covid.

Record di voti anticipati

Intanto, superata il conferimento ufficiale del seggio a Coney Barrett, prosegue la sfida a distanza fra Trump e Joe Biden, ormai al rush finale nella corsa alla Casa Bianca. In serata, un tweet dello sfidante ha riportato a galla la diatriba sulla gestione della pandemia. “Nessun presidente le cui bugie e i cui fallimenti sono costati la vita a 225 mila americani dovrebbe mantenere il suo incarico. Punto”. Concetto che Biden aveva già espresso durante l’ultimo confronto a Nashville. E che ha ribadito nuovamente in una giornata in cui la corsa alle presidenziali ha già fatto registrare un record. Ben 61 milioni di americani, infatti, ha già votato. Un dato rivelato dalla University of Florida e che stabilisce un record assoluto, che mette in soffitta quello stabilito nel 2016. Un risultato sul quale ha probabilmente influito la pandemia ma che ribadisce l’importanza della pratica del voto per posta (40 milioni sui 61 totali). Numeri considerevoli a ben otto giorni dall’Election Day.

Damiano Mattana

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