Trecentosei a 232. Esattamente come quattro anni fa ma a rovescio. Un dettaglio tutt’altro che trascurabile se l’oggetto della contesa è la poltrona più importante. Ormai in dirittura d’arrivo con la conta definitiva dei voti (e anche con il riconteggio, annunciato da alcuni), Donald Trump si trova di fronte al primo risultato in termini numerici, quello che di fatto ne segnerebbe la sconfitta all’Election day e che assegna lo status di presidente eletto per il rivale democratico, Joe Biden. La soglia dei 270, quella necessaria per accedere alla Casa Bianca, è stata infranta con l’assegnazione dell’Arizona (dove l’ultimo a trionfare in casa democratica fu Bill Clinton) e la Georgia (idem), rispettivamente 11 e 16 grandi elettori. Sufficienti a staccare virtualmente il pass per Washington, nonostante il successo di Trump in North Carolina (15 grandi elettori).
I numeri stavolta non sembrano portar bene al presidente in carica, scalzato dal successo elettorlae proprio con lo stesso punteggio che, nel 2016, gli consentì di battere la candidata dem Hillary Clinton. Trump che, peraltro, si è già visto sfilare Stati dove quattro anni fa aveva costruito la sua vittoria: la Pennsylvania su tutti, ma anche Wisconsin e Michigan, oltre alla stessa Arizona. La nuova conta (a mano) dei risultati in Georgia assume così i contorni dello step decisivo: entro il 20 novembre si saprà quale dei due candidati si sarà ufficialmente aggiudicato la Stato, l’unico finora ad aver autorizzato il riconteggio (previsto dallo statuto se il margine è inferiore allo 0,5%). L’Arizona, invece, non prevede tale possibilità. Per le autorità elettorali si tratta comunque di una mera formalità, per quello che è stato definito “il voto più sicuro della storia”. Trump, però, non fa drammi. Anzi, parlando in conferenza stampa alla Casa Bianca, torna a dire che “il tempo dirà chi entrerà in carica a gennaio“.
Da presidente in carica, il Tycoon torna ad affrontare anche il tema vaccini. Spiegando che “il vaccino Pfizer” contro il coronavirus, “sarà disponibile per l’intera popolazione da aprile“. Precisando che “sarà disponibile per tutti”, Trump ha fatto sapere che l’unico Stato che non potrà beneficiarne è lo Stato di New York. Questo perché “il governatore ha deciso di non collaborare per motivi politici”. Per questo niente dosi di vaccino “fino a quando non avremo l’autorizzazione dal governatore a darlo”.
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