“Una follia”. Mosca non usa mezzi termini per definire quanto circolato nelle ultime ore negli Stati Uniti, con il New York Times a rivelare dei presunti movimenti dell’esercito russo in direzione di Kiev. Le autorità diplomatiche parlano di speculazioni, sia in merito alle manovre militari che alle tempistiche nelle quali cadrebbe la capitale ucraina in caso di un’offensiva. A parlare di allarmismo ingiustificato è il viceambasciatore russo alle Nazioni Unite, Dimitrj Polyanskiy: “E se dicessimo che gli Stati Uniti potrebbero impadronirsi di Londra in una settimana e causare la morte di 300.000 civili? Tutto questo sulla base delle nostre fonti di intelligence che non riveleremo”. E in giornata, anche da Kiev è arrivato un altolà. Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha invitato su Twitter a “non credere alle previsioni apocalittiche”.
Nelle scorse ore, il New York Times aveva avanzato ipotesi inquietanti circa la possibilità che l’esercito russo fosse effettivamente pronto per un’invasione che, se messa in atto, potrebbe portare alla morte di 50 mila civili in appena due giorni di manovre militari. L’amministrazione americana, inoltre, aveva fatto sapere che al confine ucraino con l’Ucraina sarebbero al momento 83 battaglioni russi, da 750 soldati l’uno.
Un aumento repentino visto che, solo poche settimane fa, i contingenti non superavano quota 60. In sostanza, pronti a un potenziale attacco, ci sarebbero circa 62 mila soldati. Ma non solo. Secondo gli Usa, pronti a invadere Kiev ci sarebbero ulteriori battaglioni che, nelle prossime ore, potrebbero unirsi a quelli già di stanza al confine. Per un totale stimato di 150 mila militari che, stando alle previsioni americane, sarebbero in grado di far capitolare le resistenze ucraine in poche ore.
La stessa Kiev, però, ha provato a stemperare “i toni apocalittici”, col ministro Kuleba ad affermare che “capitali diverse hanno scenari diversi, ma l’Ucraina è pronta a qualsiasi sviluppo. Oggi l’Ucraina ha un forte esercito, un sostegno internazionale senza precedenti e la fiducia degli ucraini nel loro Paese”. In sostanza, più che rassicurare sulla fattibilità di un attacco, Kiev fa capire che, in realtà, le forze militari potrebbero resistere piuttosto che capitolare. Tuttavia, gli ultimi spostamenti militari alzano effettivamente la preoccupazione anche in Occidente. Anche se, chiaramente, le informazioni circa una possibile offensiva (che potrebbe richiedere un’attesa fino alla metà di febbraio), pur basandosi su fonti di intelligence vengono prese con le molle. Le prossime ore saranno comunque decisive sul piano diplomatico: il presidente francese, Emmanuel Macron, lunedì sarà a Mosca e martedì a Kiev. Settimana prossima toccherà al cancelliere tedesco, Olaf Scholz.
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