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Ucraina, Macron media ma l’escalation resta: “C’è l’ordine di invadere”

L’escalation in Ucraina continua, nonostante i tentativi di mediazione. Anzi, secondo la Cbs ci sarebbe l’ordine, da parte della Russia, di iniziare l’invasione dal confine orientale. Un rischio che, in mattinata, la vicepresidente americana Kamala Harris aveva nuovamente palesato invitando l’Europa a prepararsi a una potenziale guerra. Ribadendo peraltro che “le sanzioni provocheranno danni all’economia russa e al governo”.  In serata, il Pentagono ha ammorbidito i toni, affermando col portavoce John Kirby che di tempo per evitare una crisi irreparabile ce n’è ancora. Una sorta di riferimento ai tentativi di mediazione in atto, soprattutto tramite il presidente francese Emmanuel Macron. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelenskyj, ha intrattenuto un colloquio telefonico con l’attuale presidente di turno dell’Ue, ribadendo il suo sostegno per “l’introduzione immediata di un cessate il fuoco” nel Donbass.

Escalation in Ucraina, la strada diplomatica

Proprio dalla regione del bacino del Donec, circa 40 mila profughi hanno raggiunto la Russia, nella zona di Rostov. In una giornata di estrema tensione, che ha visto il presidente russo, Vladimir Putin, rincarare sulla presunta responsabilità delle forze ucraine nell’escalation sul fianco orientale. Il leader del Cremlino si era comunque detto favorevole a lavorare sul cessate il fuoco (nonostante i test nucleari iniziati nella giornata di ieri e mostrati in video) assieme ai corrispettivi occidentali.

Persino dagli Stati Uniti arrivano segnali di apertura: il segretario di Stato, Anthony Blinken, ha fatto sapere che il presidente Joe Biden è disposto a incontrare Putin in qualsiasi momento. Secondo Blinken “la diplomazia è possibile fino a quando i carri armati non sono realmente in movimento”. Fronte diplomatico battuto anche dal presidente ucraino Zelenskyj che, in un messaggio su Twitter, ha ribadito di volere “che si intensifichi il processo di pace. Sosteniamo la convocazione urgente di una riunione del gruppo di contatto trilaterale (Ucraina, Russia, Osce) e l’introduzione immediata di un cessate il fuoco”. In Ucraina dove, però, continuano a restare attivi i separatisti filorussi.

Damiano Mattana

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