Aghia Sophia ad Istanbul, dal prossimo 24 luglio tornerà ad essere una moschea. Il Consiglio di Stato turco, infatti, ha annullato il decreto del 24 novembre 1934 dell’allora presidente Mustafa Kemal Ataturk che trasformava il luogo di culto, nato come cattedrale ortodossa nel 537, in un museo.
Il messaggio che voleva lanciare il fondatore della Turchia era quello di voler creare una vera nazione moderna e laica. Secondo la sua idea le religioni erano il passato.
Ad oggi però la decisione è stata salutata con grida di giubilo dai musulmani che, nel momento in cui è stata data notizia dell’annullamento del decreto, si erano radunati nel monumento simbolo di Istanbul.
Anche il presidente Recep Tayyip Erdogan non ha perso tempo e ha subito firmato il decreto con cui ordina il passaggio di Santa Sofia alle autorità religiose musulmane e la sua riapertura per le preghiere.
“Ayasofya (Santa Sofia) è aperta allo stesso modo a musulmani e cristiani. Non è stata una decisione restrittiva”, ma “una decisione sovrana della Turchia su base legale. Siamo molto sensibili al tema della pratica religiosa dei nostri cittadini”. Lo ha dichiarato l’ambasciatore turco in Italia, Murat Salim Esenli, durante una conferenza stampa nella sede diplomatica a Roma in occasione della commemorazione del fallito colpo di Stato del 15 luglio 2016.
“Come ha indicato il presidente Erdogan, Santa Sofia accoglierà musulmani e cristiani. Questo edificio che diventa moschea non perderà la sua accessibilità“, ha spiegato Esenli. Sulla questione, la giustizia turca ha emesso una decisione “e il governo vi si deve attenere, perché la Turchia è uno stato di diritto e ha dovuto cambiare la condizione di Santa Sofia da museo nuovamente a moschea perché era ciò che andava fatto”.
“Coloro che hanno visitato la Turchia sanno che se entri in una moschea non importa se sei musulmano, cristiano, ebreo o di altra religione. Puoi entrare se ti togli le scarpe. Qualunque sia il proprio background, si avrà accesso a Santa Sofia”, ha sottolineato Esenli. Ha aggiunto anche che l’edificio “è un sito patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Conosciamo i criteri per fare in modo che lo resti. Continueremo a rispettare queste regole e non ci saranno cambiamenti”.
“Non c’è alcun ostacolo dal punto di vista religioso all’apertura di Santa Sofia ai visitatori al di fuori dell’orario delle preghiere” islamiche, ma “le icone” cristiane “dovranno essere coperte con delle tende o altri strumenti idonei” dopo la riapertura come moschea il 24 luglio del monumento simbolo di Istanbul.
Lo fa sapere la Presidenza per gli affari religiosi turca (Diyanet). L’autorità, che gestisce le moschee del Paese e che ha assunto anche l’amministrazione di Santa Sofia, dopo l’abolizione venerdì scorso del suo status di museo dopo 85 anni.
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