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Usa 2020, il ritorno di Trump: “Negativo al Covid, fra 22 giorni andremo a vincere”

“Fra 22 giorni torneremo a vincere in Florida e nell’intero Paese”. Torna a parlare in pubblico il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, vestendo gli abiti del candidato repubblicano. Quelli che, al momento, dovrà indossare più spesso visto il margine esiguo verso l’Election day di novembre. Da Sanford, nel Sunshine State, in Flordia, il Tycoon riprende il discorso interrotto dal coronavirus, lanciando un messaggio non tanto al rivale Biden quanto ai suoi stessi sostenitori. Ai quali porta la notizia, confermata dal medico della Casa Bianca, che il Covid-19 è stato definitivamente debellato. E che il tampone è finalmente risultato negativo. Una notizia accolta in modo festante, tanto che lo stesso Trump si lascia andare a qualche eccesso di entusiasmo: “Sono immune ora. Mi sento forte. Vi bacerò tutti, bacerò le belle donne e tutti, un bacio grande e grosso”.

Trump e Biden, sfida a distanza

Tra arringhe e promesse di baci, Trump si riprende quindi la scena elettorale tentando di riallacciare il filo diretto coi suoi sostenitori e, soprattutto, di cancellare il margine che lo separerebbe (sondaggi alla mano) dal candidato democratico. Numeri che il presidente definisce “fake” ma che, in qualche modo, vanno presi in considerazione. Anche perché Joe Biden, nel frattempo, non sta a guardare e allestisce il palco del comizio in Ohio. Uno scenario radicalmente diverso rispetto all’affollato parterre in Florida. Al centro della sfida, al di là del coinvolgimento clinico, c’è sempre il coronavirus: “Donald Trump è un irresponsabile. Ha mentito, non ha detto la verità sulla pandemia e non ha un piano per combatterla”. Un punto su cui Biden dice invece di avere le idee chiare: “Il mio piano è test, tracciamento, mascherine, non politicizzare la corsa al vaccino, distribuirlo in maniera sicura ed equa”.

Né da Trump né da Biden viene fuori la parola lockdown. Del resto, secondo il presidente in carica, “i lockdown stanno uccidendo interi Paesi nel mondo: la cura non puo’ essere peggiore del problema stesso”.

Damiano Mattana

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