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TERREMOTO, MONS. POMPILI: “NON UCCIDE IL SISMA MA LE OPERE DELL’UOMO”

Otto minuti. Tanti sono serviti al vescovo di Rieti, mons. Domenico Pompili, per leggere i nomi delle vittime del terremoto di Amatrice. Un appello pieno di dolore, salutato al termine da un forte applauso che segnato l’inizio dei funerali. Durante l’omelia il presule ha ricordato che “il terremoto non uccide. Uccidono le opere dell’uomo”. Un grido d’accuso rivolta a chi, tra amministratori e istituzioni, non ha vigilato affinché tragedie troppe volte verificatesi nel nostro Paese non tornassero a ripetersi.

La ricostruzione, ha aggiunto mons. Pompili, non deve essere “una querelle politica o una forma di sciacallaggio di varia natura, ma quel che deve: far rivivere una bellezza di cui siamo custodi”. Disertare questi luoghi, infatti, sarebbe ucciderli una seconda volta. Come si ricava da un messaggio in forma poetica che mi è giunto oltre alle preghiere: ‘Di Geremia, il profeta, rimbomba la voce: ‘Rachele piange i suoi figli e rifiuta di essere consolata, perché non sono più’. Non ti abbandoneremo uomo dell’Appennino: l’ombra della tua casa tornerà a giocare sulla natia terra. Dell’alba ancor ti stupirai'”.

Le esequie si sono svolte sotto una pioggia battente, quasi che anche il cielo volesse piangere per la strage avvenuta nelle prime ore del 24 agosto scorso. Presenti anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e il premier, Matteo Renzi. Ad accogliere i feretri sono state le due grandi tensostrutture montate dai volontari della Protezione civile nel cortile del complesso “Don Minozzi”, l’edificio educativo per buona parte crollato a seguito del sisma.

Seppellite le vittime dell’ecatombe nella cittadina simbolo del terremoto, entrerà nel vivo l’inchiesta della procura di Rieti sul crollo di edifici pubblici e privati nella zona colpita dal sisma. Il procuratore capo Giuseppe Saieva disporrà l’acquisizione di documenti sui lavori per costruire, ristrutturare o restaurare manufatti che mercoledì scorso sono andati giù. In particolare la scuola “Capranica” di Amatrice, ristrutturata nel 2012, e il campanile della chiesa di Accumoli, che cadendo ha ucciso una famiglia composta da marito, moglie e due figli piccoli che era nella propria casa. Gli edifici saranno posti sotto sequestro e verranno svolti dei sopralluoghi dei tecnici. “Dopo i funerali e il seppellimento delle salme darò l’incarico alla polizia giudiziaria”, ha detto il procuratore di Rieti. I pm valutano in questi giorni anche l’apertura di un fascicolo di indagine sull’uso di fondi pubblici destinati alla messa in sicurezza e a norma di edifici poi crollati.

Nel fascicolo invece già aperto contro ignoti per disastro e omicidio colposi “al momento ci sono solo i nulla osta per il seppellimento delle salme”, minimizza Saieva. Oggi però si è diffusa la voce che sia stato sequestrato materiale relativo alla chiesa di Accumoli, circostanza non confermata dalla procura. Parallela procede l’inchiesta dei pm di Ascoli Piceno su crolli e danni a edifici di Pescara del Tronto e Arquata, in particolare sulla scuola di quest’ultima cittadina. I magistrati marchigiani indagano anche sulle conseguenze del terremoto ad Amandola, in provincia di Fermo, dove sono rimasti danneggiati l’ospedale – evacuato la notte del sisma – e altri edifici pubblici e privati. L’obiettivo è individuare eventuali anomalie nelle costruzioni e ristrutturazioni. Carabinieri e vigili del fuoco consegneranno a breve una prima relazione al procuratore di Ascoli Umberto Monti.

Francesco Volpi

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