Per la seconda volta in un anno in Russia, una sparatoria fa vittime in un luogo deputato all’istruzione. Era avvenuto lo scorso maggio in una scuola di Kazan, è successo nuovamente questa mattina a Perm, all’università statale. Le vittime sarebbero sei e i feriti 28, alcuni dei ricoverati in ospedale sarebbero “in condizioni” serie, secondo quanto affermato dal ministro della Salute Mikhail Murashko. L’autore del gesto, secondo quanto riferito dalle autorità russe, sarebbe rimasto ferito dopo aver opposto resistenza e sarebbe stato ricoverato in una struttura sanitaria. “Una tragedia enorme per l’intero Paese”, ha detto il presidente russo Vladimir Putin.
Secondo quanto ricostruito, tutto sarebbe cominciato intorno alle 11 del mattino quando una figura – che un video amatoriale, ripreso anche dai media statali, mostrerebbe in abiti neri con quella che sembra un’arma – sarebbe entrato nel territorio dell’ateneo di quelle regione degli Urali e avrebbe cominciato a esplodere i primi colpi, mentre studenti e insegnanti che si barricavano nelle aule o, secondo una testimonianza raccontata da un docente della facoltà di Lettere al sito d’informazione indipendente Meduza, saltavano dalle finestre e scappavano.
L’autore del gesto avrebbe sparato con un fucile da caccia, secondo quanto riportato dal Comitato investigativo, mentre per il ministero dell’Interno avrebbe avuto con sé anche un coltello.
Sarebbe un ragazzo di 18 anni, studente del posto, rimasto ferito durante uno scontro a fuoco con gli agenti di polizia e portato in una struttura sanitaria. Secondo la Bbc, il giovane avrebbe dichiarato di aver agito da solo, senza motivazioni di tipo politico o religioso. In un post sui social, che gli verrebbe attribuito, il ragazzo avrebbe scritto di essere “consumato dall’odio verso se stesso, e che intendeva “fare del male agli altri”.
Per domani la regione dove si trova Perm ha indetto una giornata di lutto. Il presidente russo avrebbe espresso il suo cordoglio, parlando di una “tragedia enorme” per “l’intero Paese”.
C’è già stato un precedente quest’anno, pochi mesi fa, quando lo scorso maggio un giovane uccise nove persone, tra cui sette ragazzini, in una scuola di Kazan. Tre anni fa invece un episodio, stavolta in una scuola della Crimea. Lì l’autore del gesto uccise venti persone, poi si tolse la vita.
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