Il fiume Po è in secca ad un livello idrometrico addirittura più basso che ad agosto per effetto della lunga assenza di precipitazioni con l’allarme siccità al nord proprio all’inizio della primavera quando le coltivazioni hanno bisogno di acqua per crescere. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua 2022, dopo un inverno che ha lasciato l’Italia con 1/3 in meno di pioggia e precipitazioni praticamente dimezzate al nord.
Al nord il fiume Po al Ponte della Becca è sceso a -3,3 metri, ai minimi del periodo da almeno trent’anni, secondo l’analisi della Coldiretti. Una situazione rappresentativa dello stato dell’intero bacino idrografico del nord, a conferma dei cambiamenti climatici in atto che hanno modificato soprattutto la distribuzione temporale e geografica delle precipitazioni. La siccità, infatti, è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana con danni stimati in media in 1 miliardo di euro all’anno soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti. Un fenomeno che nella pianura padana, ricorda la Coldiretti, minaccia oltre il 30% della produzione, fra pomodoro da salsa, frutta, verdura e grano e metà dell’allevamento.
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