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NESPOLI, UN ITALIANO TRA LE STELLE

L’entusiasmo è ancora quello della sua prima volta tra le stelle: Paolo Nespoli si prepara ad affrontare la terza missione, che avverrà quando avrà compito da poco 60 anni. Nel maggio del 2017 sarà lui infatti a volare sulla Stazione Spaziale Internazionale, l’Iss, per una missione che prevede sei mesi di permanenza. Samantha Cristoforetti lascia dunque il testimone a un “collega”: ”Sono un ingegnere, ma non ho mai smesso di sognare”, ha sempre tenuto a dire l’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), ed è difficile cogliere il confine tra sogno e realtà per chi, come lui, è stato testimone di momenti salienti della storia spaziale: dalla ripresa della costruzione della stazione orbitale all’uscita di scena dello Shuttle, alla celebrazione tra le stelle dei 50 anni dal primo volo di Gagarin.

Nato a Milano il 6 aprile 1957, Paolo Nespoli è cresciuto a Verano Brianza (Milano), si è laureato a Firenze in ingegneria meccanica e poi in ingegneria aerospaziale a New York. E’ stato istruttore alla Scuola Militare di Paracadutismo di Pisa e poi incursore del battaglione d’assalto Col Moschin.

Quella di Paolo Nespoli è una storia di successi, arrivati l’uno dopo l’altro al termine di una lunghissima attesa. La sua storia di astronauta è infatti cominciata 26 anni fa, quando nel 1989 era stato selezionato fra gli otto candidati astronauti dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e quindi nel corpo astronauti dell’Esa. Appassionato di informatica, immersioni subacquee e volo (ha un brevetto per pilotare aerei da turismo),
Nespoli ha lavorato dal 1991 all’addestramento degli astronauti europei presso il centro dell’Esa a Colonia e poi alla preparazione dei computer di bordo della vecchia stazione spaziale russa Mir.

Soltanto nel 1998 è stato ammesso al corso di addestramento nel centro spaziale Johnson della Nasa, a Houston, insieme ad un altro astronauta italiano, Roberto Vittori. Tuttavia l’attesa del volo è stata ancora molto lunga a causa del blocco dei voli dello Shuttle dopo la tragedia del Columbia: soltanto nel 2007 per Nespoli è arrivata la prima missione, Esperia. Una missione importante, che ha segnato la ripresa dei lavori per l’ampliamento della Stazione Spaziale Internazionale con l’installazione del Nodo 2, la struttura costruita dall’Italia, con la Thales Alenia Space, e alla quale sono stati collegato il laboratorio europeo Columbus e quello giapponese Kibo.

E’ stata da record anche la sua seconda missione, MagISStra: la prima di sei mesi mai affrontata da un italiano e che per la prima volta ha visto due italiani sulla Stazione Spaziale, quando Roberto Vittori è arrivato a bordo. L’Italia, checché se ne dica, è ancora capace di sognare. E di produrre talenti.

 

Mattia Sheridan

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