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Merkel, riunione coi Land: “Non possiamo permetterci una seconda ondata”

“Economicamente non ci possiamo permettere una seconda ondata come quella che abbiamo avuto in primavera”. Angela Merkel si uniforma al sentore generale, in una giornata in cui diversi Paesi europei hanno adottato misure restrittive, in alcuni casi di chiusura generalizzata, contro il coronavirus. Il messaggio della cancelliera tedesca è chiaro: l’assetto economico tedesco, così come quello europeo in generale, non potrebbero affrontare un impatto come quello avuto a cavallo tra l’inverno e la primavera scorsi. Anche per via dei 250 miliardi di nuovi debiti emersi nella presentazione delle misure concordate tra la cancelliera e i presidenti dei vari Land tedeschi.

La preoccupazione di Merkel

“Chi si mette al servizio del sistema sanitario, si mette al servizio anche dell’economia”, ha detto Angela Merkel, ricordando come, al momento, alcuni punti di gestione non siano ancora stati fissati. Il divieto di pernottamento per chi arriva da zone a rischio ad esempio, discorso che verrà ripreso nei prossimi giorni. Per ora, le otto ore di riunione mettono in evidenza un punto su tutti: la preoccupazione generale per la crescita dei contagi in tutti i Paesi europei. “Se c’è qualcosa che mi preoccupa è la crescita esponenziale. Ed è quello che dobbiamo fermare”. In Germania, le misure sono per ora meno restrittive che in altri Paesi. Von chiusura dei locali prevista a partire dalle 20 a Berlino e Francoforte. Nessuna ipotesi di lockdown ancora, come invece sta avvenendo in altri Paesi.

Regole base

L’appello di Merkel, rivolto “ai cittadini e alle cittadine”, riguarda la collaborazione generale. “In questa fase decisiva dell’autunno è molto importante che tutti continuino a collaborare. Il mantenimento delle regole sono l’alfa e l’omega”. Fondamentale, quindi, rispettare le regole: mascherine, distanziamento e tutto quello che può servire a contenere la recrudescenza del virus. Con la consapevolezza che il ritorno alla fase più critica dell’emergenza sanitaria aprirebbe un ulteriore fronte di crisi.

Damiano Mattana

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