La pandemia in Europa: da Londra a Barcellona, fra restrizioni e lockdown

Misure rigide in Repubblica Ceca e nel Regno Unito, chiusure parziali nei Paesi Bassi. La Generalitat va verso i numeri di Madrid

Quindici giorni per cercare di arrestare la progressione pandemica. La Catalogna applica una nuova misura di lockdown che, a partire da venerdì, imporrà la chiusura a tutti i bar e i ristoranti della regione, per i quali sarà consentito solo il servizio da asporto. Una decisione che arriva a seguito dell’aumento dei contagi nel territorio di Barcellona che, secondo gli esperti sanitari, avrebbe raggiunto pressappoco i livelli di Madrid. Per le autorità sanitaria, vi sarebbero almeno 279 contagi ogni 100 mila abitanti, più o meno la metà dell’area della capitale ma in progressione. Sufficienti, comunque, a convincere la Generalitat ad applicare misure preventive drastiche, nonostante le reticenze del settore della ristorazione, tutt’altro che favorevole a chiudere di nuovo. E, probabilmente, pronto a manifestare tutto il proprio dissenso per una delle restrizioni più rigide d’Europa.

La notte folle di Liverpool

Uno scenario diverso, invece, si è palesato a Liverpool, Merseyside. Il Regno Unito ha disposto una misura di lockdown parziale per la città, facente parte dei territori dove la recrudescenza del Covid-19 si sta maggiormente concentrando. E la città dei Beatles “saluta” a modo suo la nuova restrizione, riversandosi in strada la notte prima di richiudere tutto. Una scena surreale, che ha visto numerosi abitanti della città scendere per le vie senza rispettare le regole di distanziamento né di protezione, tra balli e abbracci. Un assembramento in piena regola che, alla fine, ha richiesto l’intervento della Polizia. Attirandosi i commenti piccati dei medici britannici, estremamente critici verso il comportamento dei cittadini di Liverpool. Il cui lockdown si aggiunge ad altri mirati già applicati in altre zone del Regno Unito, come il Tyneside e le West Midlands.

Il resto d’Europa

Una misura di restrizione l’ha applicata anche l’Irlanda, che ha imposto limitazioni d’orario ai pub, mentre la Scozia ha deciso per una misura ancora più restrittiva sui locali. Ancor peggio in Irlanda del Nord, dove è stato deciso lo stop per quattro settimane a pub e ristoranti e due alle scuole. Da parte della premier Arlene Foster, inoltre, invito allo smartworking e a limitare le uscite. Chi va verso nuove chiusure sono i Paesi Bassi, col premier Mike Rutte che ha annunciato lo stop alla movida e la stretta su bar e ristoranti, chiusi anche qui per quattro settimane. Restano aperte invece le scuole. In attesa di capire cosa farà la Francia, a fare i conti con una seria emergenza è la Repubblica Ceca, che ha chiuso i locali e vietato il consumo di alcol nei luoghi pubblici, con quasi 120 mila casi attivi e un “record” di oltre 8 mila toccato venerdì. Misure simili all’Italia, invece, per la Germania: locali chiusi alle 23 a Berlino e Francoforte (fino al 31 ottobre). E governo pronto a stringere ancora di più la vite. Come del resto sembrano esserlo, pur non augurandoselo, anche gli altri esecutivi d’Europa.