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Matteo Bressan: “Difficile ipotizzare un accordo fra Hamas e Israele”

“La portata di questa crisi internazionale sfugge ai tradizionali strumenti di gestione delle crisi e assistiamo ad un’azione della Comunità internazionale spesso frammentata. Lo sforzo negoziale resta centrale per garantire una prospettiva politica alla causa palestinese e per garantire al tempo stesso la sicurezza di Israele“. E’ quanto ha dichiarato il professore Matteo Bressan, docente di Studi Strategici presso LUMSA Master School e analista presso il Nato Defense College Foundation, intervistato da Interris.it sul conflitto fra Israele e Hamas e la situazione nella Striscia di Gaza.

Esiste la possibilità concreta che il conflitto fra Israele e Hamas si allarghi ai Paesi vicini?

“La possibilità che si possano aprire altri fronti come quello libanese, quello siriano o quello yemenita è concreta. Sin dall’inizio degli attacchi di Hamas lo scorso 7 ottobre, gli altri attori non statuali del cosiddetto ‘asse della resistenza’ hanno intensificato gli attacchi contro il territorio israeliano. In particolar modo, i lanci di razzi, droni e missili da parte degli Hezbollah è andato ad intensificarsi se lo paragoniamo con la relativa calma che ha caratterizzato il confine tra il Libano e Israele dal 2006 allo scorso 7 ottobre. Molto dipenderà dalle decisioni e dalle conseguenti azioni che l’Iran vorrà intraprendere: continuare a mantenere un livello di pressione su Israele tramite i suoi proxy oppure costruire una narrazione funzionale ai propri interessi per dimostrare di avere inflitto ad Israele una grave umiliazione tale da determinare un profondo senso di insicurezza tra la popolazione israeliana”.

Hezbollah può competere con l’esercito israeliano?

“Le capacità militari degli Hezbollah sono significative e sono cresciute in misura esponenziale nel corso della lunga esperienza nel conflitto siriano. Hezbollah è passato dal poter combattere una guerra difensiva in territorio libanese alla conduzione di operazioni in un territorio a lungo ostile come quello siriano. Inoltre, le stime della comunità intelligence israeliana ritengono che Hezbollah abbia un arsenale di più di 150.000 razzi con gittata fino a 260 Km in grado di colpire tutto il territorio israeliano. L’impiego massiccio di questi razzi può mettere in seria difficoltà il sistema di difesa Iron Dome, così come non si può sottovalutare la capacità dei reparti degli Hezbollah di poter penetrare in territorio israeliano”.

Pensa sia possibile che Israele e Hamas raggiungano un accordo per la pace?

“Ad oggi, gli obiettivi dichiarati dalle IDF sono la distruzione di Hamas e della sua capacità di amministrare il territorio di Gaza. Ciò presuppone la disarticolazione delle strutture di comando e controllo di Hamas, un obiettivo non facile, complesso e di lungo periodo che espone a non poche incognite le stesse IDF e rischia di avere un impatto sulla popolazione di Gaza. Ad oggi è difficile ipotizzare forme di accordo tra Hamas e Israele perché il conflitto che si sta profilando è molto diverso dai precedenti che hanno visto contrapporsi Hamas e Israele”.

Manuela Petrini

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