Il Covid-19 circolava a Milano già dal 26 gennaio scorso, vale a dire quasi un mese prima della scoperta del Paziente 1 a Codogno – comune non distante dal capoluogo, in provincia di Lodi – il cui tampone è risultato positivo il 21 febbraio. Secondo il Corriere della Sera il 26 gennaio almeno 160 persone avevano già contratto il virus tra Milano e provincia e circa 1.200 persone erano già positive in tutta la Lombardia.
Lo rivela uno studio frutto dell’analisi della task-force sanitaria della Regione Lombardia che dà conto di quello che il Corriere della Sera definisce il “mese oscuro”: vale a dire quei 30 giorni in cui la catena di contagio da Covid-19 si era già innescata ma i sintomi del virus vennero scambiati per la coda della consueta influenza stagionale. Un buco nero durante il quale nel frattempo la malattia si è diffusa senza essere intercettata se non il 21 febbraio seguente, esattamente 26 giorni dopo.
Secondo i dati resi noti ieri sera dalla Regione, i casi positivi in Lombardia sono saliti a quota 74.348, 869 più di ieri, quando erano aumentati di 590 unità. I decessi sono arrivati a quota 13.575, 126 più di ieri, quando si era registrato un aumento di 124 morti. Calano i ricoveri: i pazienti in terapia intensiva sono arrivati a 655, 25 in meno rispetto a ieri, quando il calo era stato di 26 unità. Crescono anche i casi di positività al Coronavirus a Milano e in provincia rispetto a lunedì 27 aprile. Il bollettino di ieri sera diramato dalla Regione vede 149 nuovi casi in città, con il totale a 8.016 (ieri +79), mentre in provincia aumentano di 278 (ieri 188) a 18.837. Tra le altre province lombarde, a Bergamo salgono di 46 a 11.196, a Brescia di 92 a 12.691, a Como di 78 a 3154. Incremento moderato a Cremona (+22), Lecco (+18), Lodi (+11), Mantova (+8), Sondrio (+9), impennata a Monza Brianza, +121 e Pavia, +99, a Varese crescono di 72. L’uscita dal tunnel sembra lontana, forse anche a causa di quel buco nero iniziale di 26 gioni durante il quale il virus ha circolato liberamente.
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