Primo piano

Frost e Barnier positivi, il Covid-19 irrompe nella Brexit

Difficile parlare di Brexit in un momento in cui l’Europa intera è chiamata a dar prova di unità. Eppure, il coronavirus ha fatto irruzione nel momento decisivo del passaggio del Regno Unito al di fuori della porta europea, imponendo sia a Bruxelles che a Londra di modificare l’elenco delle priorità e, per ironia della sorte, andando a colpire coloro che più di tutti sono addentro al dossier: prima il negoziatore Ue, Michel Barnier, poi anche David Frost, capo-negoziatore britannico, sono infatti risultati positivi al Covid-19 ed entrambi sono finiti in isolamento. Una situazione non casuale forse, visto che Frost ha riscontrato sintomi lievi riconducibili al virus dopo gli incontri avvenuti a Bruxelles con la delegazione comunitaria nell’ambito delle trattative di uscita. Come chiunque altro, anche Frost sta rispettando le procedure di quarantena, restando isolato al 10 di Downing Street.

Michel Barnier

Trattative a oltranza

Inevitabile che la questione coronavirus abbia distolto tutta l’attenzione dagli altri dossier sensibili. La Brexit, anche dopo il trionfo elettorale di Johnson e la praticamente automatica approvazione del suo accordo di uscita, aveva continuato a tenere banco per i tanti nodi ancora irrisolti, soprattutto sul piano delle relazioni commerciali. Non è tutto fermo: parallelamente alle precauzioni in atto per far fronte alla pandemia, i diretti interessati tengono in conto anche gli sviluppi che la situazione straordinaria potrebbe avere sui negoziati fra Unione europea e Regno Unito. Per il momento non esistono quantificazioni ma, probabilmente, i piani di Bruxelles a sostegno delle economie dei 27 Stati europei potrebbero rimescolare qualche carta in tavola.

Boris Johnson – Foto © The Independent

Johnson: “Nessun rinvio”

Detto questo, la Brexit va avanti. E a fugare i dubbi ci ha pensato lo stesso Boris Johnson, rispondendo a una domanda a tema: “C’è una legge approvata e non intendo cambiarla”. Il riferimento del premier è alla normativa che vieta di fatto un’ulteriore proroga della deadline definitiva per la Brexit anche se, ha precisato, “la questione non è stata ancora discussa”. Nessun rinvio previsto, e tecnicamente nemmeno i mezzi per organizzarlo, ma è anche vero che una situazione di tale eccezionalità probabilmente non era stata prevista. Se e come influirà sulla questione lo dirà solo il tempo.

Damiano Mattana

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