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Evergreen e non solo: i colossi marittimi fuggono da Suez

Stop al trasporto di merci nel Mar Rosso da parte della compagnia di navigazione Evergreen, tra le maggiori a livello globale. Il colosso di Taiwan ha infatti deciso di sospendere, sia pure in modo temporaneo, il transito delle navi da carico trasportanti merci israeliane, a seguito di una serie di attacchi che ha coinvolto alcuni bastimenti commerciali al di là del Canale di Suez. La decisione è arrivata con effetto immediato, disponendo alle navi della flotta l’ordine di sospensione totale del trasporto da e per Suez fino a nuova comunicazione. Resteranno in porto le navi ancora in procinto di partire, mentre quelle già in viaggio saranno reindirizzate verso le coste sudafricane, per poi proseguire verso le mete stabilite.

Evergreen: le ragioni dello stop

Alla base della decisione, alcuni episodi che hanno visto coinvolti dei mercantili nelle acque del Mar Rosso, tra i quali la petroliera Swan Atlantic, colpita durante la navigazione da un oggetto tuttora non identificato, per fortuna senza conseguenze per l’equipaggio, perlopiù di nazionalità indiana. L’incidente ha convinto la Evergreen a limitare i transiti nella zona, specie per quel che riguarda le merci di provenienza israeliana, nonostante il cargo norvegese non avesse collegamenti con Tel Aviv. Il problema è che non si tratta di un episodio isolato. Altri simili, infatti, hanno interessato altre navi mercantili, soprattutto al largo delle coste yemenite e con particolare target individuato nei bastimenti battenti bandiera israeliana. Solo nella giornata di venerdì, sono state tre le navi bersagliate da attacchi rivendicati dagli Huthi, che hanno scagliato, negli ultimi mesi, numerosi missili e droni in direzione di Israele.

I rischi del Mar Rosso “chiuso”

La situazione, estremamente tesa, ha portato allo stop non solo la Evergreen ma anche altre grandi compagnie di navigazione, concordi nell’evitare la “scorciatoia” di Suez. Un blocco che, anche se non studiato a tavolino, rischia di protrarsi a tempo indeterminato. Perlomeno se le condizioni belliche nella zona non dovessero attenuarsi. Con la conseguenza, inevitabile, che la stasi vada a ripercuotersi sui prezzi delle merci, alla stregua di quanto accaduto nel 2021 con l’incidente della Ever Given, portacontainer appartenente proprio alla flotta Evergreen, incagliata per giorni nel bel mezzo del Canale. Secondo gli analisti, più o meno come due anni fa, l’interruzione del transito attraverso Suez potrebbe portare su l’asticella dei costi del petrolio, sia sul fronte energetico che su quello del carburante. E lo stesso varrà per il gas, coi listini di Amsterdam già schizzati a oltre 35 euro.

Damiano Mattana

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