In Italia ci sono almeno 3,5 milioni di persone con gravi problemi della vista come glaucoma, cataratta, degenerazione maculare e retinopatia diabetica, numero destinato a crescere nel prossimo futuro a causa dell’invecchiamento della popolazione; problemi che, se non adeguatamente trattati, possono portare a ipovisione e cecità.
Lo spiega all’ANSA Andrea Cusumano dell’Università di Roma Tor Vergata, alla vigilia della giornata mondiale della vista che aggiunge: circa un italiano su 4 soffre invece di miopia, pari a circa 14-15 milioni di individui. Oltre un milione sono le persone con glaucoma, condizione che danneggia il nervo ottico, e i pazienti con degenerazione maculare legata all’età (Amd) sono circa un milione. In realtà sono molti di più ma spesso i pazienti non sanno di esserne affetti, sottolinea Cusumano ricordando che molti di questi pazienti sono destinati a ipovisione grave. Anche la cataratta (opacizzazione del cristallino) rappresenta un problema notevole, infatti se prima del Covid si operavano circa 500 o 600 mila pazienti di cataratta l’anno, adesso, per arginare i ritardi che si sono determinati durante la pandemia, si cerca di arrivare a 800-900 mila interventi l’anno, spiega Cusumano. E ancora, i pazienti con retinopatia diabetica oscillano tra 30 e 40 per cento di quelli con diabete e sono quindi compresi tra 1 milione e 1 milione e 400.000.
L’Italia è all’avanguardia per il trattamento di gravi patologie della vista: nell’ultimo mese sono stati impiantati nell’ambito di uno studio clinico internazionale (Primavera) tre microchip retinici a pazienti con maculopatia in fase avanzata di malattia. Il training per usare la retina artificiale inizierà la prossima settimana per il primo paziente che ha ricevuto l’impianto, anticipa Cusumano. Ed è del mese scorso l‘annuncio dei primi due pazienti, due fratellini con una malattia degenerativa ereditaria della retina, trattati in Italia con la terapia genica. Il trattamento ha permesso un recupero significativo della vista e “la terapia genica – ha affermato in occasione dell’annuncio Giancarlo Iarossi, referente del percorso sulle distrofie retiniche dell’unità di Oculistica dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – rappresenta la prima concreta cura per prevenire o correggere” la perdita di vista.
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