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ECCO LA DROGA DELLA STRAGE DI PARIGI

Già la chiamano “la droga della jihad”. Si tratta del Captagon, una particolare anfetamina capace di azzerare paura e coscienza, rendendo capaci di commettere qualsiasi efferatezza. Il rinvenimento da parte della polizia francese di tubi e siringhe nelle camere di un residence a Alfortville affittate dal terrorista super-ricercato Salah Abdeslam ha fatto sorgere il sospetto che la sostanza possa essere stata assunta dai membri del commando responsabile della strage di Parigi.

Quasi sconosciuto in Occidente, il Captagon – droga sintetica il cui componente principale è la fenitillina – è molto diffuso in Medio Oriente, in particolare in Arabia Saudita, dove nell’ultimo anno sono state sequestrate oltre 22 milioni di pillole. Il suo costo è alla portata dei più: in Libano, ad esempio, viene venduto a pochi cent mentre nel Golfo si arriva anche a 20 dollari. Dopo lo scoppio della guerra, la Siria è diventata il crocevia del mercato della “pillola dell’orrore”, sempre più usata dai jihadisti dell’Isis ma anche dagli islamisti di al-Nusra e dai ribelli anti-Assad. Lo stesso killer tunisino, Seifeddine Rezgui, lo aveva assunto prima di fare strage di turisti nella spiaggia di Sousse. Anche alcuni giovani protagonisti delle Primavere Arabe hanno confessato di aver ricevuto l’anfetamina dagli organizzatori delle manifestazioni. L’effetto principale di questo stupefacente è una specie di euforia, uno stato di “grazia” in cui non si avverte né dolore né paura. “Dà l’impressione alla persona che la assume di essere onnipotente, il ‘re del mondo'”, spiega il neurobiologo Jean-Pol Tassin sul magazine Sciences et Avenir.

“Le anfetamine mettono la persona in una situazione psicologica simile a quella dei pazienti maniacali, con un senso di onnipotenza – afferma Fabrizio Schifano, professore di farmacologia clinica e primario psichiatra dell’università dell’Hertfordshire -. Questo ha senso perché per una persona è molto difficile riuscire a compiere un gesto del genere in situazione normale. Da sempre i soldati utilizzano delle sostanze, si narra ad esempio che i kamikaze giapponesi nella seconda guerra mondiale prendessero anfetamine, che si dice circolassero anche nelle trincee del primo conflitto mondiale”.

Oltre al senso di invincibilità, prosegue il docente, “ci sono altri effetti utili ai terroristi. Le anfetamine o simili lavorano rilasciando noradrenalina e dopamina, aumentano la vigilanza e la resistenza alla fatica. Inoltre l’aumento della dopamina fa diventare paranoico, ma se sei braccato dalla polizia essere paranoico non è un male, si diventa anche molto sospettosi. se a questo si aggiunge la caffeina aumenta il livello di allerta e in più sale anche l’ansia, che quando non è eccessiva è anche questa una reazione che può aiutare in determinati contesti. In più si ha un aumento della combattività e dell’aggressività”.

Una sostanza dagli effetti terribili che, però, lascia traccia di sé e quindi può agevolare le indagini. Secondo Giovanni Serpelloni ed Elisabetta Bertol, dell’Unità di ricerca interdipartimentale tossicologia forense e neuroscienze di Firenze, per sapere dove si nascondono eventuali terroristi occorre esaminare le acque reflue per verificare l’eventuale presenza di Captagon. “Sarebbe molto importante e possibile scoprire la presenza di queste particolari droghe usate dai terroristi Isis – affermano – sui territori dei vari Stati europei per rilevare la loro presenza operativa. Il rinvenimento di questa sostanza nelle acque delle fogne, infatti, potrebbe essere una spia, una sorta di tracciante affidabile per individuare eventuali terroristi consumatori di queste sostanze e appartenenti all’Isis”.

Francesco Volpi

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