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Covid, l’allarme di Gimbe: piano per l’autunno o fragili a rischio

“Con l’arresto della discesa dei casi, una popolazione vulnerabile molto numerosa e senza un piano di preparazione per la stagione autunno-inverno si rischia di compromettere la salute e la vita delle persone più fragili“. Questo il commento del presidente della Fondazione Gimbe che accompagna la diffusione del nuovo monitoraggio indipendente sull’andamento del Covid in Italia.

Le dichiarazioni di Cartabellotta

“Se nella campagna elettorale, che ha monopolizzato l’informazione pubblica – afferma Cartabellotta – la pandemia ha trovato posto solo per strumentalizzazioni politiche, i dati mostrano che ci affacciamo alla stagione autunno-inverno in una situazione non favorevole. Innanzitutto, la discesa della quinta ondata sembra essersi arrestata e in piena estate la circolazione virale rimane ancora molto elevata rispetto agli anni precedenti: al 23 agosto oltre 750 mila positivi (numero ampiamente sottostimato), un tasso di positività dei tamponi antigenici al 17,4% e una media di oltre 25 mila nuovi casi al giorno. In secondo luogo, la popolazione a rischio di malattia grave è molto numerosa: al 24 agosto, prendendo in considerazione over 60 e fragili, al lordo delle persone guarite temporaneamente protette, si contano 893 mila non vaccinati, 1,91 milioni senza terza dose e 14,3 milioni senza quarta dose“.

La necessità di un piano per la stagione autunno-inverno

Infine, rileva Cartabellotta “non è ancora stato reso pubblico alcun piano di preparazione per la stagione autunno-inverno, fortemente invocato dalla Fondazione Gimbe sulla scia delle raccomandazioni dell’Oms Europa: aumentare le coperture vaccinali (con tre dosi) nella popolazione generale; offrire la quarta dose alle persone a rischio dopo 120 dalla somministrazione della terza; promuovere l’utilizzo delle mascherine al chiuso e sui mezzi pubblici; areare gli spazi pubblici affollati, quali scuole, uffici, bar e ristoranti, mezzi di trasporto pubblico; applicare rigorosi protocolli terapeutici per le persone a rischio di malattia grave”. In assenza di certezze su quando sarà pienamente operativo il nuovo Esecutivo, “il rischio concreto – conclude il presidente di Gimbe – è quello di trovarsi in piena stagione autunnale ad inseguire il virus per l’ennesima volta, compromettendo la salute e la vita delle persone più fragili e ritardando l’assistenza sanitaria per i pazienti con altre patologie”.

Il “clamoroso ritardo” nella vaccinazione con la 4 dose

La Fondazione Gimbe, inoltre, parla di un “clamoroso ritardo” per la campagna di vaccinazione per la quarta dose del vaccino anti-covid: fino alla mattina del 24 agosto sono state somministrate “solo 2,18 milioni di dosi” con un calo del 12,4% sulla scorsa settimana, mentre restano scoperti 14,3 milioni di over 60 e fragili, soggetti a cui la campagna è destinata”.

Tornano a salire i contagi

I nuovi casi registrati nella settimana 17-23 agosto sfiorano quota 178 mila. In tutte le Regioni, ad eccezione di Emilia-Romagna (-9,1%) e Umbria (-0,4%), si registra un loro incremento percentuale (dal +8,1% della Liguria al +56,4% della Calabria). I casi aumentano in 95 delle 107 province (dal +1,8% di Catania e Trapani al +79,4% di Catanzaro) e l’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti in 6 Province: Crotone (784), Catanzaro (728), Vibo Valentia (652), Pescara (617), Belluno (528) e Teramo (522). Sul fronte degli ospedali dal 26 luglio al 23 agosto i ricoveri sono scesi rispettivamente da 434 a 254 in area critica (-45 persone in terapia intensiva nella settimana 17-23 agosto) e da 11.124 a 6.378 in area medica (-1,166 ricoveri on sintomi sempre nella settimana oggetto del monitoraggio). Al 23 agosto il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 9,9% in area medica (dal 4,9% del Piemonte al 24,3% dell’Umbria) e del 2,8% in area critica (dallo 0% della Provincia Autonoma di Bolzano e della Valle D’Aosta al 5,6% della Calabria). “Rimangono stabili gli ingressi in terapia intensiva – puntualizza Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe – con una media mobile a 7 giorni di 23 ingressi/die rispetto ai 25 della settimana precedente“.

“Stabili” i decessi

Una sostanziale stabilità si registra anche sul fronte dei decessi: 759 negli ultimi 7 giorni (+1,7% rispetto alla settimana precedente e 80 decessi riferiti a periodi precedenti), con una media di 108 al giorno rispetto ai 107 della settimana precedente. “Il numero di decessi nel nostro Paese – commenta Cartabellotta – rimane molto elevato, alimentando il dibattito sui criteri per definire le morti Covid e addirittura la richiesta di una commissione medica di inchiesta sulla mortalità Covid in Italia”. Secondo il presidente della Fondazione Gimbe, l’attuale numero dei decessi, in particolare negli over 80, è fortemente condizionato sia dalla circolazione virale sia dal progressivo declino della protezione vaccinale nei confronti della malattia grave dopo 120 giorni dalla terza dose, indipendentemente da altre variabili quali comorbidità, sotto-utilizzo farmaci antivirali, problematiche organizzative, criteri per definire il decesso Covid”. Infine in isolamento domiciliare 100.721 persone, in calo dell’11,9% rispetto alla settimana precedente.

Manuela Petrini

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