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Covid-19, Lazio: tre alberghi diventano poli di guarigione

Il coronavirus ha aperto le porte ad una crisi epocale. Dal punto di vista economico come da quello sanitario. Proprio riguardo a quest’ultimo, c’è necessità di una cooperazione a livello nazionale. Un’assistenza che coinvolga tutti quegli attori che possono essere utili nella lotta o nel contenimento di questo agguerrito nemico invisibile. Allora, oltre alla trasformazione di alcuni reparti ospedalieri in strutture di rianimazione per Covid-19, anche gli alberghi risultano utili per accogliere dei pazienti fuori pericolo ma che necessitano dell’isolamento. Perciò a Roma dopo l’hotel Marriott diventato un polo per il periodo di dismissione, anche altre due strutture si aggiungono alla lista.

L’esempio del Marriott

Un grande albergo a pochi passi dal Covid Hospital 2, la clinica Columbus del Policlinico Gemelli riconvertita in ospedale per positivi al coronavirus, a disposizione dei contagiati in via di guarigione. L’hotel Marriott diventa polo di tele assistenza per chi è nella fase di “discharge” ovvero il periodo di dimissione, e proviene non solo dalle strutture ospedaliere adiacenti ma anche da altre realtà di degenza anche domiciliari. L’annuncio di questa strategia è stato fatto in una conferenza stampa dall’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato prenderà il via domani mercoledì 1 aprile.

La struttura di presidio

In questo modello assistenziale la struttura alberghiera riconvertita in “presidio sanitario leggero” mette a disposizione 162 posti in camera singola per pazienti che possono essere dimessi ma non possono ancora tornare nella loro abitazione perché necessitano di monitoraggio in fase non acuta della patologia O per chi è in sorveglianza a casa e necessita di maggiore assistenza in una sorta di valvola di deflusso tele controllata. Il periodo di osservazione è di circa 10, 14 giorni. Si potrà uscire solo dopo i due tamponi negativi effettuati con un intervallo di 24 ore per accertare la fine del contagio.

Le parole dell’assessore alla Sanità D’Amato

“Questa soluzione, importante per la città di Roma -spiega D’Amato– ci agevolerà nel turn over per le persone che sono ancora in un’ultima fase della malattia in attesa della negativizzazione, attraverso il tele monitoraggio e la telesorveglianza. Questa battaglia, la sfida ora sarà sul territorio. Abbiamo messo a disposizione 2 mila posto letto per la degenza e circa 500 di terapia intensiva dedicati al Covid-19. Oggi c’è un ulteriore passo di qualità”.

Gianpaolo Plini

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