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Corte Suprema, i media Usa: “Trump ha scelto Amy Coney Barrett”

Ci sarebbe un nome pronto a raccogliere l’eredità di Ruth Bader Ginsburg alla Core Suprema degli Stati Uniti d’America. Secondo i media statunitensi, col New York Times in testa, Donald Trump avrebbe scelto Amy Coney Barrett, magistrato della corte d’appello di Chicago. Un nome sul quale dovrebbero aleggiare pochi dubbi. Anzi, secondo i network americani la nomina formale dovrebbe arrivare nelle prossime ore. Una mossa dalla duplice valenza quella del Tycoon che, portando Amy Barrett alla Corte Suprema, piazzerebbe nell’organo il sesto giudice di nomina repubblicana. Il doppio esatto dei magistrati di nomina democratica. Anche per questo i dem avrebbero voluto attendere, visti anche ormai i tempi esigui, di andare prima al voto.

Coney Barrett verso la nomina

Una donna, brillante e di talento. A Fayetteville Donald Trump aveva tracciato l’identikit del candidato ideale il quale, a questo punto, dovrebbe rispondere ai connotati del magistrato di New Orleans. Storica collaboratrice dell’ex giudice conservatore Antonin Scalia, Coney Barrett è nota per le sue posizioni anti-abortiste e per la sua fede cattolica. Al resto dovrebbe pensarci il suo curriculum sufficiente, secondo Trump, a farle vincere il rush finale contro le più accreditate rivali (Barbara Lagoa, Allison Jones Rushing e Neil Gorsuch). E, a quanto pare, sufficienti anche a superare le rimostranze di chi, come Joe Biden, avrebbe voluto aspettare fin dopo l’Election day. Una tesi sostenuta anche da qualche esponente repubblicano, oltre che dalla stessa Ginsburg.

Nuova tendenza

Una scelta che, qualora fosse confermata, aprirebbe ai conservatori sei nuovi seggi e, nondimeno, invertirebbe la tendenza rispetto a chi Amy Coney Barrett andrebbe a sostituire. Ruth Bader Ginsburg, infatti, ha sempre rappresentato l’ala liberale della Corte Suprema, conducendo per tutta la vita battaglie per i diritti delle donne e per l’uguaglianza di genere. Un altro aspetto che non sembra aver scoraggiato la scelta del presidente che, come già affermato nei giorni scorsi, avrebbe voluto chiudere la questione prima del voto di novembre. Nonostante il parere negativo addirittura di due senatrice del Gop (Susan Collins e Lisa Murkowski).

Damiano Mattana

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