Primo piano

Coronavirus, stop agli spostamenti da comune a comune

Nuova ordinanza anti-coronavirus, stavolta mirata a un contenimento quasi assoluto: da oggi, infatti, sarà in vigore il divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati in un comune diverso da quello in cui si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute. L’ordinanza è stata emessa in modo congiunto dai Ministeri della Salute e dell’Interno e, come previsto dall’articolo 3 del decreto legge numero 6/2020, resterà in vigore fino al varo di un nuovo decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri.

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Lo stop

Una disposizione che, di fatto, mira non più a limitare ma a porre del tutto freno alle cosiddette “fughe al Sud”, che va in sostanza a rispondere agli appelli arrivati dai presidenti delle Regioni meridionali e che si affianca al nuovo giro di vite deciso nella tarda serata di ieri dal governo. Anche questa misura sarà contenuta in Gazzetta Ufficiale, la cui uscita è prevista per la giornata di domani: “Da domani o martedì al massimo – ha spiegato a ‘Mezz’ora in più’ il commissario straordinario dell’emergenza, Domenico Arcuri – tutte le regioni avranno mascherine per medici, operatori sanitari e malati. A partire dalla settimana successiva contiamo di dare poi a tutti gli italiani i Dispositivi di protezione individuale”.

Primi controlli

Inevitabile la disposizione di nuovi presidi, soprattutto nelle stazioni ferroviarie che, già a partire da oggi, sono state messe sotto sorveglianza da parte delle Forze dell’ordine, con i primi fermi registrati, soprattutto alla Stazione Centrale di Milano, dove un gruppo di persone è stato fermato prima di prendere un treno verso Salerno. Una disposizione in realtà prevista, sia per i numerosi richiami giunti fin qui dalle varie regioni, sia per il fattore di rischio negli spostamenti da territorio a territorio, anche in virtù di una strategia di contenimento dell’epidemia al Sud Italia, dove il sistema sanitario rischierebbe seriamente di non poter far fronte a una situazione come quella vista in Lombardia.

DM

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