Primo piano

Coronavirus, gli effetti collaterali sulla salute

Il Covid-19 fa male anche all’intestino e non solo durante la malattia, ma anche dopo e pure in quei soggetti che non hanno contratto l’infezione. A pesare, da un lato è l’aumento di stress che per molti ha rappresentato il periodo della pandemia e, dall’altro, l’effetto del nuovo coronavirus sulla mucosa intestinale. “L’intestino – spiega Sara Diani, medico esperto di medicina integrata e Network Medicine – continua a eliminare virus per 10-12 settimane dopo la guarigione dei sintomi ed è anzi l’ultimo organo che continua a eliminarlo. Inoltre, è coinvolto nell’infezione da Sars-Cov-2 per la presenza dei recettori bersaglio del virus e in virtù del ruolo che svolge nell’apparato immunitario”.

Gli altri effetti del virus sulla salute

In un terzo dei pazienti, il Covid-19 si è manifestato anche in forma gastro intestinale, con diarrea, nausea e vomito, come dimostra tra gli altri uno studio cinese pubblicato sul Journal of Gastroenterology and Hepatology. Ma quello che ora si vede sono anche le conseguenze post-infettive, ovvero i riscontri clinici di sindrome da intestino irritabile sviluppata da pazienti successivamente al Covid. All’origine del problema, il ruolo del MALT intestinale ovvero il tessuto linfoide associato alla mucosa intestinale che contiene cellule immunitarie che fungono da barriera nei confronti di sostanze provenienti dall’esterno. “La sua attivazione, infatti, può esser provocata anche da infezioni virali e batteriche e può scatenare sintomi intestinali che, se si cronicizzano, possono portare a una sindrome dell’intestino irritabile post-infettivo”, precisa Enrico Stefano Corazziari, senior consultant presso la Gastroenterologia dell’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano.

Cosa ha influito sull’aumento della patologie?

Tuttavia, l’aumento delle patologie a carico dell’intestino, in questo periodo non riguarda solo chi è stato trovato positivo al tampone. “Il lockdown e i cambiamenti a livello di alimentazione e vita sociale, hanno avuto conseguenze su ansia, depressione, stress e disturbi del sonno: circa il 30-35% delle persone ha sviluppato uno di questi disturbi. La letteratura scientifica – conclude Diani – ormai da tempo ha evidenziato lo stretto collegamento tra intestino, vita emotiva e cervello. E la conferma la osserviamo in questi mesi, con l’aumento, nella popolazione generale, dei sintomi di gonfiore e dolore intestinale, associati a stipsi o diarrea”.
Rossella Avella

Recent Posts

Lo sprint per le politiche di coesione

Prima il vertice europeo con i sindacati, poi il Consiglio dei ministri con le misure…

30 Aprile 2024

Beato Benedetto da Urbino: ecco cosa fecero i fedeli alla sua morte

Beato Benedetto da Urbino, sacerdote cappuccino Urbino, 13/09/1560-Fossombrone (Pesaro e Urbino), 30/04/1625 Marco Passionei proviene…

30 Aprile 2024

Emergenza povertà: un Paese tagliato in due

Povertà e benessere. L'Italia tagliata in due. I contribuenti più ricchi sono in Lombardia (27.890 euro)…

30 Aprile 2024

“Una farfalla per sempre”: Hospice a misura di paziente

Gli hospice come luoghi di salvaguardia della sacralità della vita. Papa Francesco ne riconosce e…

30 Aprile 2024

30 aprile 1975: la fine della guerra in Vietnam

Il 30 aprile del 1975 truppe nordvietnamite e Vietcong, appoggiate da un centinaio di carri…

30 Aprile 2024

Gestire e prevenire le crisi alimentari: l’utilità dell’IA

L'intelligenza artificiale sta emergendo come una delle tecnologie più promettenti e rivoluzionarie, con il potenziale…

30 Aprile 2024