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Coronavirus, contagi in aumento in Lombardia. Fontana: “Sono preoccupato”

Duemilacinquecento contagi in più. Un numero che ha scioccato la Lombardia e che ha spinto il governatore Attilio Fontana a una riflessione, condivisa nel punto sulla situazione del Covid-19 nella regione: “I numeri purtroppo non sono molto belli, il numero dei contagiati è aumentato un po’ troppo rispetto alla linea dei giorni scorsi. Dovremo valutare se è un fatto eccezionale determinato da qualche episodio particolare o se è un trend in aumento, il che sarebbe un po’ imbarazzante. Non so se è arrivato il picco o se ci è sfuggita qualcosa, queste valutazioni spettano ai tecnici, io posso solo dire che personalmente sono preoccupato”. Una situazione estremamente difficile quella che sta vivendo la Lombardia, diventata ormai da oltre un mese focolaio del virus e, nondimeno, territorio italiano più vessato in termini di contagi e decessi.

Questione tamponi

Della crisi lombarda dà nuovamente conto il governatore Fontana, così come rivendica le misure adottate fin qui: “Noi siamo la Regione che ha fatto in assoluto il maggior numero di tamponi. Lunedì abbiamo mandato all’organismo tecnico una richiesta per sapere se le linee guida debbano essere confermate”. Resta comunque vigile sulla questione tamponi, sulla quale afferma che sarebbero state fatte “speculazioni vergognose”. Sulla questione, Fontana ha ribadito le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, il quale sosteneva che “i tamponi si facciano solo ai sintomatici e per gli altri siano fuorvianti”. “Noi siamo la Regione che ha fatto in assoluto il maggior numero di tamponi” ha aggiunto il governatore sottolineando che sono state “rispettate le direttive”. Se le indicazioni cambieranno, ha spiegato il presidente, “noi seguiremo le nuove” a condizione che “mi si dia tutto quanto è necessario per fare i tamponi”. Fontana ha detto di augurarsi che “su questo argomento non ci siano ulteriori fraintendimenti perché rischiano di essere fuorvianti per i cittadini: parli solo l’Istituto superiore di sanità, parli solo l’organismo tecnico del ministero e dica cosa si deve e non si deve fare. Non sono scelte che competono a me, ai sindaci, ai sottosegretari di turno che amano fare polemica”.

DM

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