Il presidente dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro ha illustrato in conferenza stampa i dati del monitoraggio settimanale della cabina di regia. Il nostro Paese ha una delle curve più contenute in Europa, continua a scendere l’incidenza nella sopra i 20 anni mentre resta stabile sotto i 12 anni, infine crescono le vaccinazioni nelle fasce d’età 12-19 anni e 20-29 anni.
“L’Italia si conferma con una curva tra le più contenute in Europa in termini di incidenza“, ha detto Brusaffero, che ha aggiunto anche che “continua il decremento nella circolazione del virus e del numero dei casi“. “Il decremento si registra anche nelle fasce d’età più giovani”, ha specificato nel corso della conferenza stampa.
“La circolazione del virus a livello nazionale è in decremento, sotto i 50 casi per 100mila abitanti e c’è un rischio epidemico basso ovunque tranne in una Regione, e la variante Delta è dominante. Quindi rimangono le raccomandazione sulla necessità di garantire una copertura vaccinale completa e di tracciare i casi”, ha sottolineato.
E’ di 38 anni “l’età media dei nuovi casi” ha continuato il presidente dell’Iss, mentre scende ancora “l’incidenza nelle fasce sopra i 20 anni” e “rimane stabile l’incidenza dei casi sotto i 12 anni”, così come è stabile la situazione dell’età pediatrica, ha illustrato Brusaferro.
Si riducono i ricoveri e crescono le vaccinazioni per le fasce d’età 12-19 anni e 20-29, ha detto il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, aggiungendo che gli ultraottantenni “vaccinati sono oltre il 95% e sta progredendo la vaccinazione tra i 50 anni in su”. L’efficacia vaccinale “continua a mostrarsi molto solida per prevenire terapie intensive e decessi”, ha aggiunto.
Nel corso della conferenza stampa il direttore della Prevenzione del Ministero della Salute Gianni Rezza ha spiegato che “la terza dose per i sanitari è prevista una volta completata la ri-vaccinazione degli over80 e residenti nelle Rsa ma non sarà un obbligo“. “E’ bene che i sanitari siano molto coperti anche per proteggere i pazienti, quindi la terza dose potrà essere allargata a tutti gli operatori sanitari perché tutti sono a contatto con i pazienti, ma non sarà un obbligo”, ha aggiunto.
Rezza ha poi dichiarato che “il ministero della Salute sta studiando con l’Agenzia italiana del farmaco la possibilità della co-somministrazione della terza dose di vaccino anti-Covid e dell’antinfluenzale. Può essere una possibilità che viene offerta per facilitare la somministrazione e per il successo di una doppia campagna vaccinale“. “E’ ancora allo studio ma molto rapidamente arriveremo a una soluzione”, ha spiegato il direttore della Prevenzione.
Riguardo i risultati di uno studio di fase tre su un farmaco orale prodotto dall’azienda farmaceutica nordamericana Merck, Rezza ha detto: “I risultati sembrano promettenti, dobbiamo vederli per valutarli con attenzione. E’ chiaro che abbiamo bisogno anche di antivirali. Abbiamo vaccini e anticorpi monoclonali, mancano ancora farmaci antivirali“. “Avere un portafoglio di strumenti che ci rendano in grado di combattere la malattia è auspicabile” – ha aggiunto – “ma non è facile mettere a punto antivirali per un virus che si replica velocemente e provoca in poco tempo una malattia estremamente acuta. Se li avessimo a disposizione sarebbe un ulteriore passo in avanti, perché questo virus si sta endemizzando”.
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