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Bonazzi Del Poggetto (apg23): “Respingere i poveri significa respingere la pace”

Maria Serena Bonazzi Del Poggetto della Comunità Papa Giovanni XXIII questa mattina ha presentato a Papa Francesco l’esperienza vissuta a Marsiglia in questa settimana insieme a 70 ragazzi e ragazze di 25 Paesi diversi e altrettanti vescovi. Bonazzi definisce il Mediterraneo una scena di crimini contro l’intera umanità

L’esperienza di Marsiglia

Il Mediterraneo ha molto bisogno di fraternità e di spargerla ovunque, perché questo mare non è solo un cimitero ma una vera e propria scena di crimini contro l’umanità”. Lo ha detto Maria Serena Bonazzi Del Poggetto, della Comunità Papa Giovanni XXIII, presentando questa mattina a Papa Francesco l’esperienza vissuta a Marsiglia in questa settimana, agli Incontri sul Mediterraneo insieme a 70 ragazzi e ragazze di 25 Paesi diversi e altrettanti vescovi. Italiana, Maria Serena vive da due anni in Grecia con la Comunità Papa Giovanni XXIII prima a Lesbo e ora ad Atene dove in una casa famiglia operatori e persone migranti condividono la vita insieme.

Bonazzi Del Poggetto: “Quando costruiamo i muri, chiudiamo le porte anche a Dio”

“Non siamo professionisti, quello che cerchiamo di fare è offrire all’altro quello che siamo. Siamo tutti poveri e tutti abbiamo bisogno degli altri e condividere ciò che siamo, semplicemente accogliendoci a vicenda. Come lei ha detto Santo Padre nella sua visita all’isola di Lesbo respingere i poveri significa respingere la pace”. “Quando respingiamo gli altri, quando chiudiamo le porte, costruiamo i muri, chiudiamo le porte non solo ai nostri fratelli ma anche a Dio”. In questi giorni vescovi e giovani hanno lavorato insieme. Sebbene provenienti ciascuno da contesti diversi, “ho assistito ad un piccolo miracolo”, confida Maria Serena, “oltre a lavorare ed elaborare proposte si è costruita fraternità una fraternità che tocca le 5 sponde del Mediterraneo”. Maria Serena invita a non perdere la speranza perché, dice, ci sono tanti segni e “questa assemblea di vescovi e giovani insieme sono un esempio di questa speranza. Non dobbiamo avere paura”, “perché solo se si ha speranza, si è spinti ad incontrarsi, a dialogare e impegnarsi concretamente”.

Fonte: Angesir

redazione

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