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ASTROSAMANTHA E’ TORNATA SULLA TERRA

Oltre sette mesi in orbita, tra le meraviglie più misteriose del Creato. A scrutare le stelle più da vicino, a scoprire la magnificenza della Terra, il Pianeta Azzurro, culla della vita del nostro sistema solare. A studiare e lavorare per gli uomini del futuro, sognando realtà che oggi sembrano fantascienza: la colonizzazione di altri mondi, l’approdo su puntini oggi sin troppo lontani, colonie spaziale in grado di viaggiare oltre lo spazio e il tempo. Se un domani l’uomo riuscirà a spingersi aldilà di confini che ora sembrano prigioni invalicabili sarà anche grazie a pionieri dell’astrofisica come Samantha Cristoforetti. La missione che l’ha vista protagonista in questo periodo sulla Stazione Spaziale Internazionale, insieme all’americano Terry Virts e al russo Anton Shkaplerov, si chiama Futura, come l’orizzonte cui guardano questi straordinari scienziati. Nome e logo sono stati scelti da due distinte “call for ideas”, cui hanno partecipato appassionati dello spazio seguendo le linee guida di Aeronautica militare, Asi ed Esa. Entrambi sono legati ai concetti di ricerca, scoperta, meraviglia, scienza, tecnologia, esplorazione, ispirazione, avventura, viaggio, eccellenza, umanità, lavoro di squadra, entusiasmo, sogno e nutrizione. Elementi fondamentali della vita umana.

Nel corso di 6 mesi e 19 Samantha e i suoi colleghi si sono dedicati a esperimenti, alcuni rigorosamente made in Italy, in condizioni di microgravità necessari per rendere possibile lunghi viaggi attraverso il Cosmo. Con il test “Nato” sono state provate le contromisure per l’osteoporosi lavorando sul tessuto osseo a livello di nanoparticelle. “Drain brain” si è occupato invece di realizzare un nuovo strumento diagnostico per le malattie neurodegenerative, osservando in condizioni estreme il ritorno venoso dal cervello al cuore. “Cytospace” è servita a monitorare come la cellula si struttura nello spazio, mentre “Bone/Muscle Check” ha avuto il compito di”validare un sistema semplice e innovativo per quantificare lo stato di debilitazione ossea tramite un prelievo salivare”. Ricerche che entreranno di diritto nella storia della scienza. Ma nessuna avventura è eterna, nemmeno questa. Oggi la navetta Soyuz, dopo i festeggiamenti di rito e il passaggio di consegne (avvenuto ieri ) fra Virts e il russo Gennady Padalka, riporterà AstroSamantha e i suoi compagni a casa, con quasi un mese di ritardo rispetto alle previsioni iniziali. La data dell’11 maggio, infatti, ha subito uno slittamento in seguito al mancato attracco del cargo Progress M-27M, che ha apportato un cambiamento di tutte le attività di docking e undocking sulla Stazione Spaziale Internazionale.

Poco male per la Cristoforetti che, dopo essere stata la prima donna italiana a mettere piedi in orbita, è diventata anche quella a restarci più tempo in assoluto. Le operazioni sono iniziate alle 12.20 ora italiana. Il tutto si concluso alle 15.45 quando la Soyuz è atterrata in Kazakistan. L’impatto è stato “come quello di una 500 che si scontra contro un tir a folle velocità”.

Nelle ultime ore della sua permanenza in orbita AstroSamantha ha voluto condividere le ultime, meravigliose, foto. “Un’altra mia visione preferita – ha scritto – le Alpi vestite per l’inverno” e “non ho intenzione di rientrare a Terra senza aver condiviso l’ultima immagine dei Caraibi”. In totale la 38enne capitano dell’Aeronautica militare italiana ha inviato dallo spazio 2000 scatti, ha osservato 3200 albe ed altrettanti tramonti. Record su record per una magnifica pioniera di cui persino Ulisse sarebbe invidioso.

Luca La Mantia

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