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Don Buonaiuto: “Corridoi umanitari e accoglienza contro i terrorismi”

Nel giorno in cui a Trento si svolgono i funerali di Antonio Megalizzi, il giornalista italiano rimasto vittima di un attentato terroristico a Strasburgo, la trasmissione “Storie Italiane” su RaiUno ha puntato i riflettori su questa tragedia con un'intervista che Eleonora Daniele ha raccolto con il direttore di In Terris don Aldo Buonaiuto. Il sacerdote ha osservato che “è assurdo” che “Cherif, l’assassino di Antonio, si sia radicalizzato in carcere quando si dice sempre che il sistema carcerario dovrebbe rieducare le persone e non 'danneggiarle' ulteriormente”. L'appello di don Buonaiuto “è a non vedere l'altro come un nemico, ma considerare che la diversità è vita, la diversità non sopprime; è la divisione che uccide”.

Il turpe racket della prostituzione

Degrado e prostituzione a Foggia. La trasmissione è tornata a parlare anche di una delle piaghe che corrodono il corpo del nostro Paese. “Per fortuna esistono ancora trasmissioni e giornalisti che vanno in giro a tirar fuori i fatti”, ha commentato don Aldo Buonaiuto, che, come sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi, lotta da anni contro il fenomeno della tratta delle schiave sessuali. Il quale ha poi raccontato la sua esperienza vissuta in prima persona, con le “unità di strada” della Comunità Papa Giovanni XXIII. “Incontriamo spesso ragazze minorenni sulle strade di tutta Italia – ha spiegato -. Anche se ti dicono di essere maggiorenni, chiunque si accorge che stanno mentendo guardandole in faccia: sono davvero delle ragazzine“. Queste giovanissime vengono costrette a vivere in condizioni insostenibili: “È orribile vedere che devono sostare davanti ai cassonetti dell'immondizia – ha detto don Aldo riferendosi a queste giovani -. Ma non possono spostarsi, perché il racket della prostituzione stabilisce che loro debbano occupare un mattone specifico”. Racket della prostituzione che infrange il sogno di tante ragazze, le quali – la riflessione del prete di strada – “giungono in Italia per trovare accoglienza e lavoro, per cambiare vita dopo aver vissuto sofferenze”. Secondo don Buonaiuto “c'è bisogno di una volontà politica perché, come diceva il fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII don Oreste Benzi, 'gli schiavi non possono aspettare'”. Don Aldo ha quindi ricordato la campagna Questo è il mio corpo, per chiedere al Parlamento di approvare una legge utile a fermare la domanda. Del resto – ha spiegato – “non possiamo liberare le schiave di questo turpe mercato, se non non fermiamo la domanda“.

I corridoi umanitari

A proposito di immigrazione, “Storie Italiane” ha parlato anche dei 103 profughi, di cui molti bambini tra cui uno di appena cinque giorni, arrivati ieri a Pratica di Mare dalla Libia a bordo in un aereo nell'ambito dei “corridoi umanitari”. Le persone, perlopiù originarie di Paesi del Corno d'Africa, verranno ospitate dalle case d'accoglienza della Comunità Papa Giovanni XXIII. A riceverle in pista d'atterraggio, oltre al sottosegretario agli Interni Riccardo Molteni, anche lo stesso don Buonaiuto, che in studio ha commentato: “Dobbiamo ringraziare il Governo, il Viminale, l'Ambasciata italiana a Tripoli, l'Unhcr” ha detto, perché “organizzare un viaggio del genere è complesso”. Dunque – ha proseguito – “il plauso va fatto a tutti coloro che hanno permesso questa accoglienza, che alle porte di Natale ha un valore particolare“. Il sacerdote ha osservato che “i corridoi umanitari” costituiscono l'unico modo “per accogliere queste persone e non lasciarle nelle mani dei trafficanti”. Il suo auspicio, pertanto, è che questi viaggi vi siano ogni mese e che la prassi venga estesa “in tutta Europa“.

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